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Parpaiola LfG n 66 La dottrina di Chirac: i grandi d'Europa fanno i vu gumbrà, la sindrome di Lopez PDF Stampa E-mail

Scritto da Marista Urru   
lunedì 13 febbraio 2012
merkel in Cina
Il primo cancelliere ad andare in Cina a fare il vu gumbrà con un treno ad alta velocità in tasca, patentato e costruito dalla Siemens, fu Gerard Schröder.
Una volta rientrato in Germania a mani e tasche vuote, proprio perché i cinesi gli avevano fregato il TAV, e mi pare di ricordare che fosse pure magnetico e non su rotaie, l’arguto Cancelliere andò diritto a Hannover sua città di nascita a mangiarsi un paio di salsicce alla brace
“È bello essere di nuova a casa a mangiare la salsiccia” disse il buongustaio a bocca piena.
“Se invece di dar la volta per Pechino fossi venuto a casa direttamente da Berlino, a mangiarti la tua fottuta salsiccia, ciò ci sarebbe costato molto meno.” Scrisse l’indomani un giornalista sul Berliner Tageszeitung.

I cinesi però non dicono niet per abitudine, difatti in Cina subito dopo il Cancelliere Schröder, ci andò quel volpone di Chirac,  e zacchete, due giorni dopo rientra  a Parigi con commissioni per ben 11 miliardi di Euro in tasca.





Chirac a quel tempo disse che aveva agito nell’interesse dalla Francia e non specificò di che ordini si trattasse o che altri patti aveva firmato con la Cina.
Quando  Chirac parlava così, voleva dire che del tutto ne faceva un segreto Nazionale,  per la gran gioia e diletto del suo Ministro dell’economia Nicolas Sarkozy che già allora aveva fiutato l’osso e  segava la poltrona di Chirac anche sull’entrata della Turchia in Europa,  per la quale Chirac in attrito con Bush,  era favorevole, mentre l’opinione francese non  lo era del tutto.
Sappiamo come sono  poi andate a finire le cose.

Ora Chirac è già stato condannato per qualche cosuccia poco chiara successa quando era Sindaco di Parigi, e Sarkozy lo seguirà a ruota l’anno prossimo per altre cose poco chiare durane la propria  Presidenza e il possibile finanziamento della sua campagna elettorale da parte della Libia che poi ha distrutto e quasi rasa la suolo, ma non solo.
E qui, proprio a questo punto, si inserisce  la Signora Strauss-Kahn, che  con occhi infuocati dall’odio e sete di vendetta, guarda  verso il bravo Nicolas Sarkozy.

Frau Merkel invece, come generalmente sono le donne intransigenti e autoritarie, è stata ben più attiva e perspicacie del vecchio gnocco Schröder.
In un primo tempo sulla scia di Sarkozy , dopo che quello aveva venduto una dozzina di Jet Rafle, (venticello) pure lei andò in Libia a fare il vu’ gumbrà, ma  Gheddafi le disse niet e per tutta risposta Sarkozy, la Nato e le Nazioni Unite distrussero la Libia, e la Signora Merkel fece l’innocente.
Stranamente di questi giorni non sta facendo la stessa cosa con la Siria.
Dopo poche settimane, la nostra intraprendente Cancelliere, fece di nuovo fagotto e con una sfilza di rappresentanti dell’Industria tedesca al traino, andò tra l’altro a far la vu gumbrà anche in Angola.
A quelli voleva vendere delle Motovedette per diciotto Milioni di Euro.
Una volta arrivata in Angola, si accorse  che quella era in mano ai cinesi, anche di quei tremila che dovettero scappare dalla Libia assieme a diversi milioni di braccianti e tecnici Nordafricani, ora tutti senza lavoro e senza prospettive di trovarne un altro entro poco tempo.
Anche dall’Angola la Cancelliere di Ferro ossequiata dal retroscena di tanti sorrisini cinesi, ritornò a casa a mani vuote.

Manco a farlo apposta riparte in quarta e va a Pechino a sollecitare investimenti europei per la moribonda vecchia e sciupata Europa, che naturalmente erano da fare in Germania und sempre per il bene dell’Unione, und, manco a farlo apposta, i cinesi le dissero un'altra volta niet.
Alla Merkel  però i Cinesi non  fregarono niente, questo anche perché ormai nella bella vetrina dell’industria tedesca di porcellana da vendere o da rompere se ne trova ben poca.
Uno degli ultimi pezzi di valore  dell’industria tedesca, la Thyssen-Krupp, lo intascò giorni fa la Finlandia, probabilmente come premio per la fedeltà dimostrata nel sostenere con i propri niet, la politica europea di Merkozy.

La politica Franco-tedesca, meglio conosciuta come “Merkozy” è  comunque la stessa di sempre, a prescindere da fatto che i due Popoli per quanto si sforzino a sbaciucchiarsi in pubblico e a professare la loro grande amicizia, in verità si detestano.

Se hai notato ogni qualvolta che c’è qualche cosa d’importante su tavolo dell’unione Europea e loro si dicono d’accordo e magari con gran rullio di tamburi si sbaciucchiano per il raggiunto accordo,  sentirai  poi da parte di Membri dell’Unione sotto diretta influenza della Germania, sempre un secco niet.

Sta di fatto che tutte le risoluzioni economiche prese dalla crisi in poi erano tutte decisioni a favore dell’Europa settentrionale, e mai del Sud, anzi, chi della crisi economica fece la parte del leone furono proprio le Banche tedesche e francesi.
Tra la Francia e la Germania ci sono solo interessi non amicizie, e il loro principale interesse è di forgiare un’Europa secondo Merkozy.

L’Italia poverina lei, dilaniata da lotte politiche interne all’ultimo sangue, con  De Benedetti che prezzola mezzo Mondo pur di far danno al suo odiato nemico Silvio Berlusconi, non aveva voce in capitolo. De Benedetti,  la stampa sinistroide, le toghe rosse, la sinistra, tutti hanno contribuito a ridicolizzare e criminalizzare Berlusconi e portato Merkozy a sorridere dell’Italia in quel modo così meschino.
Mica sorridevano di Berlusconi e delle chiappe di Ruby sai, sorridevano degli italiani che sono così fessacchiotti da lasciarsi fregare e derubare da una banda di criminali politici da loro stessi eletti decine e decine di volte.

Paragonare però, come fanno tanti, la Germania e il Popolo Tedesco al Terzo Reich, è ingiusto.

Si può accusare la politica della Germania di tante cose, di essere sotto l’influenza delle varie lobby, di aver permesso ad Ackermann di  influenzare malamente la Merkel e soprattutto di aver svenduto la Deutsche Bank per il 37%, alla lobby finanziaria dell’India, di demagogia pure, di opportunismo anche, ma non di nazismo, questo no.

La Germania l’anno scorso ha esportato prodotti per un totale di 1600 miliardi, non dice però che il 35% di quei prodotti proviene dal terzo Mondo, merce prodotta a bassissimo costo.
Ma il bello è che le fabbriche che producono quel 35% di accessori vari, sono possedute dalla loro Casa Madre in Germania, e pertanto non ti devi meravigliare se un giorno sentirai che un bullone per una VW che in una qualsiasi ferramenta costa due euro,  VW Brasile  la mette in conto alla Casa Madre VW Deutschland,  20 Euro più il 19% di Iva und dazio perché prodotto in un Paese extra comunitario.

Questa la chiamano, la sindrome di Lopez.

Lopez è  quel tizio che negli Anni 90 dalla GM americana passò alla VW e ideò appunto il sistema di produrre in proprie Fabbriche nel terzo Mondo a basso costo e “venderlo” alla Casa Madre a prezzi strabilianti, ed anche questo è un modo come un altro per prosciugare un’economia fiorente.

Tanto meno  si racconta al  mondo che oltre un milione di operai e tecnici disoccupati, è costretto, se vuole continuare a ricevere l’assistenza sociale Harz IV a lavorare per un Euro l’ora.

E tanto meno sbandiera ai quattro venti che riceverà 6,6 milioni di Euro dal fondo sociale Europeo, per finanziare i disoccupati che guadagno un Euro l’ora.

In parole povere l’Unione Europea di Merkozy finanzia l’industria tedesca con 6,6 milioni di ore lavorative,  gratis.

E L’Italia?

Quale Italia?

Quella del Bengodi, degli evasori fiscali e degli imboscati o quella dei pendolari e delle comari di Voghera e delle Famiglie che fanno i salti mortali per arrivare alla fine del mese?

L’Italia dei pensionati che non potrebbero nemmeno permettersi le medicine se mangiassero una o due forchettate di pasta in più?

In Italia non cambierà un bel niente, anzi andrà ancora peggio e peggio ancora, per il semplice fatto che il motore dell’Europa, appunto la  Germania, per colpa di una Lobby Industriale  sconsiderata e  a dir poco criminale, si sta ingrippando, anzi guarda, molti di noi sono convinti che si è già ingrippato e che ora sta andando avanti per forza d’inerzia.

Dopo di che non rimarrà che lo zio Putin capace di togliere le castagne dal fuoco, e mi venga un accidenti se quello gnocco sornione di Gerard Schröder, tra una salsiccia alla brace e l’altra, il tutto annaffiato con una birra, non sta aspettando che questo.

L’Italia?

Il Bengodi, questa volta però, con sorrisi di compiacimento e non più di biasimo da parte dei Merkozy, e con accompagno di  grandi manate sulle spalle da parte di Obama, rimarrà tale e quale, solo più spennacchiato e povero.
L’Italia attuale Marista si rispecchia nel disastro della Costa Concordia e di tutte le ridicole discussioni sui vari siti, nelle demagogie, vigliaccate e omissioni varie da parte degli addetti ai lavori che filano a occhi chiusi sulla misera e losca linea manzoniana, cantando: Basta che se magni.


In un certo qual modo quello che stiamo vivendo ora in Europa lo paragono alla Guerra di successione degli Stati Uniti D’America, con la Goldman Sachs al posto dei Confederati, vuoi anche i nomi dei suoi Generali, da dove devo cominciare, da chi, forse da Draghi , o da Monti ,dal presidente Greco o da Trichet o da chi altro?
Marista me lo sapresti dire il nome di un Politico tedesco o di un Banchiere d’importanza europea proveniente dalla gavetta della Goldman-Sachs?

Secondo me l’attacco al Bastione Germania da parte della Goldman-Sachs è iniziato già da anni ormai, cade la Germania …dann Gute Nacht Europa und il vecchio sornione Gerard Schöder attende tranquillo rosicchiando una salsiccia alla brace.

Ciao

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  Commenti (1)
1. Si stava meglio qunado si stava peggio..
Scritto da Franco Parpaiola website, il 14-02-2012 07:37
Salve Marista. 
Penso che questo calza a puntino anche con il tuo articolo precedente. 
 
La globalizzazione in una scatola di Ravioli al pomodoro. 
Poco fa ascoltavo alla tv l’intervista a una giornalista inglese (mi pare fosse) che trovando nel cucinino della Redazione una lattina di Ravioli al pomodoro, si chiese che ingredienti c’erano nel contenuto e da dove provenivano. 
A conti fatti risultò che in tutto fa la bellezza di trenta mila Km prima di uscire da una Fabbrica e arrivare su una qualsiasi mensa. 
Secondo la giornalista il materiale per costruire la lattina proviene dal Brasile, dove una grande industria del riciclaggio, portata avanti dai bambini e famiglie povere che vanno in cerca di rottami per venderli agli stracci e ferrivendoli. Questi bambini che con grandi rischi e pericoli per la loro salute scavano nelle montagne di rifiuti urbani e domestici in cerca di materiale da riciclare. 
Con quei rottami le acciaierie poi fanno rotoli di latta di 20 tonnellate l’uno a bassissimo tasso di minerale puro, da dove altre fabbriche in seguito ne ricavano le lattine. 
I pomodori vengono da Portogallo e Spagna, (serre olandesi) la farina per i ravioli dagli Stati Uniti, molte spezie dall’estremo oriente e dall’Africa e la carta per l’etichetta, ricavata con grande inquinamento del Fiume Giallo, in prevalenza dalla Cina. 
Il tutto dopo trenta mila Km, lo trovi nei Supermercati, dove una scatola di Ravioli al pomodoro di 800 grammi, costa, almeno la dove vado io, 0.99 Euro. 
IL tutto sovvenzionatissimo dall’Unione Europea. 
Che cosa c’è d’italiano in tutto questo? 
Il nome: Ravioli al Pomodoro. 
Bella questa Storia, non è vero? 
Questo però ci insegna che come in diversi altri settori, l’itala sta perdendo il Tram anche in prodotti tipicamente italiani, preparati in modo barbaro da un Industria del consumismo che a discapito della buona Cucina Italina abusa del nome di un piatto tipico Italiano, e chiama un’indefinibile brodaglia in scatola, ravioli o anche spaghetti con il pomodoro. 
Ciao.

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