Le Chiese di Roma costituiscono una parte importante del suo
patrimonio artistico.
Belle, in un trionfo di luci con colori caldi e sfumati,
pastosi e romantici , che spesso riproducono le
sfumature rosso giallastre delle foglie
dei platani in autunno, morbidi, e gioiosi, esaltati quasi sempre dal contrasto col bianco del travertino grezzo che adorna molte
facciate romane.
A Roma e nelle sue Chiese trionfa il barocco, ma parecchi edifici costruiti in epoca medievale tra
duecento e trecento, nonostante i rifacimenti successivi, mantengono alcuni
aspetti gotici sia pure ravvisabili
solo da un occhio esperto. Mentre,
nonostante i rifacimenti ed i molteplici e discordanti interventi successivi,
gli elementi gotici sono evidenti in Santa Maria sopra Minerva, anzi in un
certo senso i restauri dell’ottocento, tanto
criticati, paiono sottolineare di
più l’elemento gotico.
Per questo, a
torto, la Chiesa della Minerva è nota
come unico esempio di gotico a Roma.
Stendhal nelle sue famosissime “passeggiate romane”, mostra
evidente freddezza verso questo fabbricato, non sembra neanche particolarmente commosso
della bellezza della piazza antistante
la facciata, eppure ebbe agio di ammirarla visto che dimorò nell’albergo, che colà ancora esiste , e che porta il nome della
piazza: “Minerva”.
Scrive Stendhal : “
La Chiesa sorge di fronte ad un elefante che ha sul dorso un obelisco. I
domenicani son riusciti a dare a questa Chiesa un aspetto pauroso, che ricorda
l’inquisizione di Goa. Per ottenere questo scopo si è necessariamente dovuti
ricorrere al Gotico”
Senza dubbio lo scrittore si è lasciato suggestionare dalla storia dell’ordine Domenicano . I Domenicani subentrarono alle suore nel
1280 ed ingrandirono la chiesetta preesistente, ovviamente siamo nel medioevo,
barocca non potevano farla, fu
arricchita in tal senso appunto nell’800
A parte tutte queste considerazioni , vi si respira una atmosfera particolare, le
tre navate gotiche, lungi da evocare sentimenti di paura, con l’aiuto forse della
luce magica che filtra dagli splendidi rosoni e dalle vetrate, ti fanno sentire
netta e chiara la presenza ed il mistero di Dio.
Ancora bambina, mi sono commossa più di una volta , guardavo
verso il fondo della navata e “sentivo” Dio, lo percepivo triste , quasi sospeso in attesa di un qualcosa
che non arrivavo a cogliere; restavo
lì a lungo, come in sua compagnia, e molti dolori e drammi quella presenza ha
alleviato a me sempre tiepida e dubbiosa come
credente: sono decisamente in debito.
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