Prove tecniche Scritto da colzani, il 06-03-2010 10:32 Buongiorno Marista, giustamente lei ripropone il tema Grecia che, scemati i sensazionalismi da quotidiano, sembra essere rientrato, ed anche i grandi sauri della finanza concordano rassicurandoci e strofinandosi le mani sul buon esito del ‘loro’ piano di rientro. La Grecia, che non è la Moldavia o la Spagna, ha fornito il template per le future operazioni europeee sui piigs. Piccola abbastanza da poter esplodere e culturalmente vicina a noi tanto da crearci la giusta apprensione. Quello che però il Draghi o il Trichet non ci dicono attraverso i giornali tutti è che l’Italia per poter accedere all’Europa dovette operare esattamente come fece la Grecia. Un report di Gustavo Piga http://www.zerohedge.com/sites/default/files/Derivatives%20and%20Public%20Debt%20Management.pdf mostra chiaramente come l’Italia si infilò dalla porta di servizio (con l’aiuto di chi voleva l’Italia in Europa). Ma l’Italia non è la Grecia! Ora i greci devono finanziarsi a tassi d’usura mentre le corporazioni rappresentate in Europa dietro le bandiere di Germania e Francia si prendono quote di mercato, il commercial trading vede una voce di spesa defalcata (grazie anche all’esproprio sinoamericano del Pireo) ed il crollo del Baltic Dry Index ha fondalmentalmente prosciugato le riserve delle compagnie da divorare prossimamente. Quando toccherà a noi, chi e come potrà difenderci da questo programmato furto? In Islanda il referendum sembra orientarsi per l’annullamento del debito ma è poca cosa, un isola sperduta improduttiva e non certo un mercato appetibile, usata dalla grande finanza per orchestrare e spalleggiarsi la depressione finanziaria di prossima venuta. In Italia possiamo annullare il debito? Chi si farà paladino di tale promessa? Noi abbiamo tutto da perdere. Più dei greci. Evviva il nostro ineletto irrevocabile presidente ed il suo padrone Sir Evelyn De Rothschild. cordialmente |