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Scritto da Rosario, il 16-01-2011 08:50
Io vivo da lontano. non mi ci vedo proprio in questo mondo.Forse per questo motivo cerco rifugio nella poesia. due parole da uno che certe cose le ha vissuto da dentro.Sono stato fortunato, io da operaio di una volta. Nel 1967 ero un fenomeno, eletromeccanico ,dopo tre anni di istituto professionale, vennero a scuola e mi vollero a lavorare. 
17 anni, che pacchia, mi davano piu di quello che mi serviva in quella società di telefoni.Vivevo in un piccolo paese e chiedevo a mia madre cosa farci con tutti quei soldi. Io figlio del fabbro ero destinato a battere il ferro ed a trascorrere il tempo libero nel lvoro dei campi. E poi emigrare come aveva fatto mio padre. Sono stato fortunato, io. I miei capi, dopo aver organizzato il lavoro ci chiedevano di andare a prendere il caffè insieme al bar, e quando la notte d'inverno, eravamo giovani io e il mio compagno, percorravamo due ore a piedi per riparare un telefono sperduto sulla vetta del Pollino, nella frazione di Destre delle donne (che nome poetico!) eravamo felici quando, per forza, s'era fatto notte, buio, tardi, percorravamo di corsa la strada del ritorno. Miracolo dell'amicizia. e i compagni che arrivavano dopo di me impravano il significato della fiducia, dell'amicizia sul lavoro. Poi arrivarono altri, in altri tempi, compagni diversi che non facevano mai sciopero, anzi si davano per un'ora di straordinario. Anche quando il mondo cambiò riuscii a controllarlo, riuscivo a svolgere il lavoro di due ore o di sette ore in quidici minuti. avevo imparato bene. I capi la mattina aspettavano che andassimo via per andare al bar, ci consideravano essere inferiori soloperchèavevano il diploma. Ed io ci prendevo gusto a mettergliela nel .... 
Sono stato fotunato e prendo una pensione dignitosa. In verità mi vergogno un poco a stare senza far niente e guadagnare molto piu dei miei figli laureati che lavorano e guadagnano molto meno di me. Mi chiedo, se i miei figli sono egoisti e si comportano da fratelli piccoli di quelli che invece di rivendicare i loro diritti con lo sciopero, ne approfittavano per gudagnare quattro soldi, sicuramente meritano di essere trattati da schiavi.
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