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Marista
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Commento in questionen
toda raba
Scritto da colzani, il 22-04-2011 17:14
Grazie Marista, ancora una volta dimostra grande intelligenza.  
Anch’io ho testimonianza dei racconti di “sopravvissuti” ai campi di concentramento e di prigionia e negare l’esistenza di questi sarebbe ridicolo, sono esistiti in tutte le guerre e in tutti i fronti e la gravità delle atrocità commesse in questi credo sia testimoniabile solo ai fini politici. Un caro amico reduce di Korea mi raccontava dei “fortunati” che finivano nei campi di prigionia perché solitamente gli ordini erano quelli di non fare prigionieri, indifferentemente donne e bimbi.  
In quanto al muro cara Marista, come lei non ne vedo alcuno e alle offese sono abituato già dai tempi del militare quando in doccia diveniva evidente la discriminante religiosa (nonostante fossi cristiano), pertanto non è la violenza verbale quanto l’ignoranza che mi impaurisce. La stessa ignoranza sulla quale le guerre trovano il nutrimento. 
Non voglio sembrarle insistente ma porto alla sua attenzione il senso autocritico che esiste tra le persone (non le etnie) civili e di buon senso: l’israeliana Ynet scriveva come attraverso la Cheka, l’organo di pulizia voluto dall’ebreo Lenin, poi trasformatasi in Gpu e poi in Nkvd i bolsheviki (ebrei) uccisero non meno di 20 milioni di cristiani e come il nome del mostro più violento che apparve sul pianeta, il russo Genrikh Yagoda (anch’esso ebreo), mai venne riportato sui libri di testo e sui banchi delle scuole kosher addirittura bandito. Solzhenitshin, (ebreo anch’esso), riportò che i bolscheviki uccisero non meno di 66 milioni di persone ricordando come il Kgb ed i gulags fossero praticamente controllati da ebrei. Conclude Ynet: “Even if we deny it, we cannot escape the Jewishness of "our hangmen," who served the Red Terror with loyalty and dedication from its establishment. After all, others will always remind us of their origin.” (trad.: anche se lo neghiamo, non possiamo sfuggire la ebraicità dei “nostril boia”, che asservirono il Terrore Rosso con fedeltà e dedizione fin dalla sua nascita. Dopotutto, altri ci ricorderanno delle loro origini). E l’ebreo Plocker con estrema onestà afferma: “I find it unacceptable that a person will be considered a member of the Jewish people when he does great things, but not considered part of our people when he does amazingly despicable things” (trad.: trovo inaccettabile che una persona venga considerate membro della comunità ebraica quando compie grandi cose, ma non lo è quando compie cose incredibilmente disprezzabili). Vede dove è l’imbroglio? Non c’è popolo ebreo, razza ebrea o quant’altro, così come non esiste il popolo o la razza cristiana o mussulmana. Possono i mussulmani affermare che il loro popolo ha subito i più grandi massacri della storia? Possono dirlo i milioni di cristiani uccisi dall’elite ebrea del comunismo russo (il più grande olocausto nella storia moderna)? L’ebreo Makow, tra i più autorevoli interpreti della storia nel suo Red Symphony ripercorre a ritroso la premeditata carneficina commessa ai danni dei cristiani da parte dei burattini bolscheviki arrivati con la valigia piena di denari direttamente dai forzieri svizzeri dei R°thschi1d mentre questi rifornivano quello che sarebbe poi divenuto il partito nazionalsocialista tedesco e dall’altra parte dell’Oceano poco dopo avrebbero cementato gli accordi tra le LORO IGFarben e Standard Oil. Nel 1933 Hitler sottoscrisse un accordo nel quale le famiglie ebree più facoltose erano autorizzate al trasferimento dei capitali nello stato occupato di Palestina, mentre la formazione terroristica sionista Haganah riceveva sostanziali somme di denaro dalle SS in cambio di intelligence sulle politiche britanniche. La filosofa ebrea Hannah Arendt scrisse nel suo “Eichmann In Jerusalem” come la totale sfiducia e rassegnazione che gli ebrei crebbero a causa dei loro simili: gli ebrei vennero venduti ai nazi da ufficiali ebrei, protetti dal loro status e dai loro legami con il circolo della finanza.  
Mi fermo e le chiedo perdono per lo sfogo. 
cordialmente
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