verso una nuova società Scritto da Marista, il 06-05-2012 00:56 Silvio, Colzani, è un piacere leggere le vostre argomentazioni che in un certo senso mi tranquillizzano, forse perchè stemperano nella razionalità ansie e paure , che pure in questo momento esistono e non potrebbe essere altrimenti. In fondo, mi dico nei momenti di ottimismo, stiamo solo subendo una crisi "di crescita", le nuove tecnologie producono, come sempre sconvolgimenti sociali e come Colzani mi sembrasottolinei, ci sono segni di poter ragiungere, se già non la abbiamo raggiunta, come afferma Silvio, una nuova moderna forma di produzione. Tutto bello? NO, secondo me NO, perchè il progresso della tecnica e della scienza modella sì la società,ma il passaggio dal vecchio al nuovo dovrebbe essere graduale, ed anche così in passato ha mietuto le sue vittime. Oggi si vuole intervenire su di un processo vecchio quanto il mondo per accelerarlo, criminalmente insensibili anche alle sofferenze dei popoli colonizzati. Muore il capitalismo,la sua morte è nelle cose dicamo, e si vuole una morte controllata perchè i capitalisti, gli oligarchi non abbiano a perdere potere, ma se mai ne possano conquistare nuove e significative porzioni. La società va a grandi passi verso una nuova forma di socialismo, e, guarda caso, siamo al socialismo scientifico; questo a me pare passaggio obbligato: la scienza si nutre del capitale, insieme stanno ottimamente. Ma questo felice matrimonio esclude quanto più possibile un convitato: il popolo, che non è più nemmeno a parole centro della società, direi che anzi nelle nuove alchimie lo si vuole limitare, come le nuove costituzioni liberticide dimostrano. Si facilita omogeinizzzazione dei mercati e delle culture,l' appiattimento, la negazione delle identità, e così le piccole produzioni, l'artigianato si perdono insieme ai posti di lavoro e si incentiva ciò che è grande perchè il mercato ormai è grande, lo si vuole grande perchè immagino che grandi capitali si debbono e si vogliono impegnare dopo aver abbattuto il valore della forza lavoro, e lo affermo perchè nulla mai avviene per caso, tanto meno la esasperante incapacità di tecnici e politici. C'è un disegno che si intuisce perfido. Se a questo nuovo sistema si arrivasse per gradi, naturalmente, pur essendoci sofferenze e disagi, non avremmo la macelleria sociale che è in atto , ma l'ingegneria sociale imposta da pochi privilegiati visionari miete vittime di una ideologia che senbra criminale, e qui non sono ottimista come Colzani, non credo che la festa di povertà e morte sia voluta affatto per amore ed ansia di un nuovo e più giusto progresso economico, quanto piuttosto , e mi ripeto, solo per permettere ai pochi di conservare il potere e ritardare la naturale fine del capitalismo e l'evoluzione verso il socialismo democratico , nel senso più completo del termine. |