D'Alema :tornano in patria le infermiere bulgare, i fatti e le parole

Scritto da Marista Urru   
marted́ 24 luglio 2007
La incredibile accusa  di esser “untori” di HIV per infermiere bulgare ed il medico  palestinese, si trascinava da tempo, non sembrava ai non addetti ai lavori, ai semplici lettori, che dovesse finir bene, e molto spesso sui giornali e nei blog ho letto che si incitava il nostro governo a farsi carico della questione con più “vivacità” di quel che appariva all’esterno,  il coro arrivava da quanti hanno a cuore i diritti umani, molti dei quali erano comunque  fiduciosi  che un governo che si dice “progressista”, si sarebbe assai dato da fare...........

 

Sia come sia, l’11 luglio il ministro degli Esteri D’Alema così si esprimeva ( AGI) “ L’Italia è preoccupata per la conferma della condanna a morte delle infermiere bulgare e del medico palestinese da parte della Libia. Al contempo auspica un atto di “clemenza”.Come parla bene questo ministro degli Esteri! Ieratico quasi, una bellezza! Adesso dobbiamo solo aspettare i fatti, mi sono detta.

 I fatti puntuali arrivano, oggi 24 luglio ci dicono le Agenzie che “hanno lasciato la Libia a bordo di un aereo messo a disposizione dalla Presidenza della Repubblica francese le cinque infermiere bulgare e il medico palestinese, anch'egli cittadino della Bulgaria, che erano stati condannati alla pena di morte, poi commutata nel carcere a vita, per aver suppostamente infettato 438 bambini con il virus dell'Aids nell'ospedale pediatrico di Bengasi.” Lo ha annunciato l'Eliseo con un comunicato.

 Otto anni di carcere, finalmente la soluzione , e gli attori di questo successo diplomatico, politico e sociale, sono :

 - . Il Presidente della Commissione Europea, Barroso

-.  Eurocommissario per le Relazioni Esterne, 

- . Cecilia Sarkozy, moglie del Presidente  della repubblica Francese

- . Nicolas Sarkozy, Presidente della repubblica Francese

 
Come e cosa hanno fatto queste persone per ottenere di riportare in Patria dopo la condanna all’ergastolo infermiere e medico, con un po’ di buona volontà sul web si trova, si riesce a capire il ruolo della eurocommissario austriaco, della moglie del presidente Francese, di Sarkozy, di Barroso; ma dall’Italia, dalla sinistra che ama battersi per i diritti, che ha voluto in Parlamento D’Elia che si battesse per i diritti di "caino", tanto più che  l’Italia progressista è contro la pena di morte come il 99,99 % degli Italiani, ma loro “di più”, quindi era necessario  d’Elia in Parlamento, ma quale apporto  da costoro alla questione che non siano le  note diplomatiche di rito?

Di loro , dei contributi degli amanti delle sorti progressive della umanità , non trovo che misere tracciuccole,  dove sono i preziosi contributi dei nobili garanti dei diritti umani in camicia rossa?. Certo le infermiere  sappiamo che non sono "caino", forse il punto è questo?  Non credo, basta con le provocazioni, non credo che il senso della associazione "nessuno tocchi Caino" sia questo, un tempo ascoltavo molto Radio Radicale , era sacrosanta la lotta  che  quella associazione portava avanti,  e  onestamente credo che nulla sia cambiato,  ma che  piuttosto che ci siano problemi seri in questi governo, io non sono stata tra quanti approvavano la decisione di portare d'Elia in Parlamento, ma  sono certa che avrebbe potuto e saputo fare molto, non lo ha fatto; bene che parli, che spieghi  se c'è stato un corto circuito, o se per lui va bene così e perchè.

Comunque il punto è che i conti non tornano, e alla chiama dei fatti, come al solito, le parole si sciolgono come neve al sole.

 

 

.

 

 

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  Commenti (2)
1. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 26-07-2007 19:08
Ti rispondo Luca come ho gi? accennato su Reset netsons riguardo al medesimo argomento. 
Io credo che il fatto che d'Elia non abbia materialmente ucciso nessuno va valutato nel senso che uno dei principi del nostro ordinamento era quello che la responsabilit? penale ? personale. E non potendo considerare il diritto come un elastico che si allarga o si restringe come piace ai burattinai di turno, in base a quel principio andava giudicato d'Elia come altri. 
Detto questo mi sembra intuitivo che un ex terrorista non possa ricoprire ruoli nelle pubbliche Istituzioni , tanto meno se delicati come quello di Segretario di presidenza della Camera.I terroristi vanno contro lo Stato e le istituzioni e porre all'interno di queste ex terroristi pu? solo esser considerato da parte delle forze che lo hanno sostenuto, come una chiara sfida ai cos? detti ben pensanti e come indifferenza nei confronti delle vittime innocenti di azioni delittuose, pedine sacrificabili sia per i terroristi che per lo stato che li ha dimenticati e poco onorati.Il bene ed il male, esistono. Uccidere, andare contro le Istituzioni, contro i cittadini per una qualunque idea , ? un crimine, appena appena diverso da una multa per sosta vietata, dovrete infine capirlo!
2. Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo , il 26-07-2007 16:28
Guarda che d'Elia non ha ammazzato nessuno, mi sembra che dopo il carcere ? stato pure riabilitato....

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