Pordenone : cronaca di violenza, morte e rinascita del paese Italia

Scritto da Marista Urru   
giovedì 12 marzo 2009




 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pordenone, in tre assaltano un Gay disabile : violenza , intolleranza, ignoranza, male trasversale del presente che prescinde dalla politica che ormai non sa svolgere alcun ruolo di guida nella società Italiana, società che appare ormai come  una pianta secca e moribonda.

 

E’ notizia fresca di oggi: in tre ( 43 anni, 22 anni, 21 anni) , hanno condotto una vera e propria spedizione punitiva contro un disabile gay, lo hanno aggredito a calci e pugni, Quando sono stati identificati e fermati dalla polizia, uno dei tre  nel corso dell’interrogatorio ha dato questa illuminante giustificazione: “ Volevamo dare una lezione ai froci”

 

Questo è accaduto in un paese, Pordenone , fortemente connotato a sinistra. Noto questo non perché io si tanto scema da credere o voler fare credere che l’accaduto sia responsabilità della amministrazione di sinistra che governa il Paese, queste amene corbellerie le lascio volentieri ad altri, che amano profonderle a piene mani.




Io piuttosto ritengo che manchi in questo infelice Paese Italia  la cultura, intesa  più che come somma di conoscenze, come  quell’insieme di valori   che diano un senso al futuro, inteso come mete da raggiungere e  come quell' insieme di norme che  siano di sostegno agli individui nelle scelte dei comportamenti  quotidiani.

Siamo  ormai una società inesorabilmente ferma,incattivita ed inchiodata a vecchi schemi ormai scissi dalle ideologie   del passato,  morte e asfittiche che  effondono ancora i miasmi dannosi  del disfacimento delle idee di fronte alla realtà.

Morto il vecchio, nessuno mi pare in grado di porre basi culturali valide per il nuovo, così una società si suicida, muore.

E la via  del rinsecchimento della pianta Italia   sembrerebbe segnata, non fosse che per una labile speranza in una parte dei nostri giovani, quelli  che  rifiutano le vecchie idee, i vecchi schemi, le vecchie e datate lotte, nella ricerca di un modus vivendi.

Poca cosami dice una cara amica, la ricerca di un modus vivendi, piccolo piccolo , terra terra. 

Io invece ho l’impressione che in quella ricerca apparentemente piccola, di giovani che si mettono alla prova nel mondo del lavoro a tutto campo, compreso il mondo dello spettacolo, della moda, dello Sport, della cultura , a patto che sappiano farlo in indipendenza sostanziale dai vecchi marpioni  di lobby e politica, lì  vedo le uniche speranze per il futuro del Paese, perché unica speranza nostra  forse  alla fine è solo che tutto il marciume, il luridume  che si è abbarbicato ed incancrenito intorno alle vecchie idee, ai vecchi slogan, alla politica, alle lobby marce e corrotte,  si auto -  distrugga mostrandosi per quello che è: un insieme di opportunismi che  da decenni ha  sfruttato e vampirizzato il paese.

Ora questo povero Paese è esausto, stanco di bizantinismi, succhiato fino all’osso dai parassiti, privato dell’amore per se stesso, vilipeso, offeso e depredato.

 Da una simile marmellata di vecchie  oscenità  e di nuovi e vecchi rancori non si cava nulla di buono,  rianimare il vecchio malato di cancrena, pare inutile, si può sperare solo nell’istinto di sopravvivenza di chi in quella marmellata puzzolente non vuole entrare: migliaia e migliaia  di nostri giovani che riescono a sfuggire alle mani rapaci dei vecchi cattivi maestri. Verso di loro deve profondersi attenzione ed aiuto di noi “anziani”, loro sono  la ultima speranza .

Loro costituiscono la possibilità del miracolo della fenice che risorge dalle ceneri.



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