Per rendere le cose differenti.. basta cambiargli il nome |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||||
giovedì 30 aprile 2009 | ||||||||||
![]() Alle elementari ed alle medie li chiamavamo "bidelli" e non ci sembrava esecrabile, nè, per quanto mi ricordi, mi sembra che si sentissero offesi ad essere chiamati così, anche perché noi, da piccolini, la buona creanza di dire al mattino appena entrati "buongiorno bidella, come stai?" l'avevamo. Che cavolo, se era tutto pulito era per merito loro, non certo nostro: a casa alla mamma si dava rispetto anche perché puliva e metteva in ordine. Per quale motivo a loro questo rispetto doveva essere negato che mantenevano pulita la scuola? Un bel giorno al liceo vengo apostrofato da una professoressa: in un mio discorso con dei compagni avevo usato il termine "bidello" riferito a quel signore che tutte le mattine si faceva un viaggio da Tolfa per venire a pulirci le aule (Tolfa in linea d'aria si troverà a circa 15 Km dalla mia città, ma i tolfetani non sono dotati di ali e se ne fanno più di 30 lungo strade piene zeppe di tornanti a gomito... crudeltà dell'Evoluzione, direte voi...). Mi si spiegò che era offensivo rivolgermi a lui in quel modo e che non era un "bidello", ma un "operatore scolastico": l'hanno successivo si trasformò in "operatore d'igiene" (sturava sempre i nostri cessi, ma con stile...). Lì compresi la gattopardesca frase "cambiare tutto per non cambiare niente". L'altro giorno su "Il sole 24 ore" trovo scritto "migranti" e penso "saranno mica le procellarie?" Ed invece scopro che qualche imbecille ha pensato bene di togliere la "e" per farci credere che così si salvaguarda la loro dignità di poveri del terzo mondo che abbandonano la loro terra e la loro casa in cerca di un futuro migliore o di un presente meno ingrato. continua
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