Quando la Burokrazia danneggia gli insegnanti |
|
Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 03 giugno 2009 | ||||||||
![]()
Leggo in questi giorni dei disagi degli insegnanti e se
debbo essere onesta, dagli articoli che ho ripreso da la stampa codificata non mi sembra di aver capito molto, probabilmente per mia ignoranza della
materia.
Mi sono imbattuta oggi in un articolo di Gianni Mereghetti su sussidiario net che mi ha chiarito almeno un disagio del corpo insegnante, che così come lo avevo fin qui letto mi pareva a niente altro fosse dovuto che non un capriccio di insegnanti "bamboccioni". In breve: il Ministro Gelmini ha stabilito che l'orario deve essere per tutti gli insegnanti di 18 ore, una mezza novità , pare che fosse così da prima, ma venisse applicato con elasticità, dove si e dove no. Ora la norma va applicata, e qui iniziano i dolori: il Ministro esce di scena e la Burokrazia fa il suo ingresso trionfale:
animale rigido e stolido scisso dalla realtà di cui non tiene conto,
a rischio di permettere ingiustizie e vessazioni , di bloccare ogni
cosa, di provocare danni, di
favorire anche i disonesti a volte, va
avanti come un panzer, ed ecco
che un insegnante che avesse 17
ore di insegnamento di cattedra, deve farne altre 3 per non perdere la
titolarità della stessa.
O peggio , se un insegnante ne ha 16 di ore, per completare deve farne
altre 4.
Si potrebbe operare in modo più attinente alla realtà, ma la burocrazia rifugge dalla realtà e nella scuola, come nell'universo dei rapporti del cittadino con il pubblico, abbiamo che qualunque riforma, sia pure buona e minimale, si scontra con la applicazione che gli Uffici Burocratici ne fanno: lenta , farraginosa, per lo più sorda e cieca. Ora sono gli insegnanti che di fronte ad una innocua norma come quella su detta, si trovano a subire disagi e confusione, e a questo disagio fortunatamente viene data pubblicità, anche se confusa e distorta nell'ansia di colpire il Ministro, mentre quando questo capita, e capita spesso se non quotidianamente nella amministrazione della cosa pubblica, nei rapporti tra cittadino ed uffici di imposte, utenze, catasto... la ribalta è falsata se e quando c'è, dall' ansia di coprire il malfunzionamento della macchina statale e delle spa che erogano servizi ad essa collegate, ambaradan infernale che somiglia sempre più ad una macchinetta mangia-soldi. Come uscirne? Non credo sia facilissimo, ma che si debba cominciare ad attivarsi seriamente a liberarci da questo giogo per portarci infine nella modernità, credo sia ineludibile esigenza, per i cittadini e per il bene dello Stato.
![]()
Powered by AkoSuite 2007 |