Roma autista bus pestato dal branco finisce in Ospedale |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 29 luglio 2009 | ||||||||
![]() L'autista del bus avrebbe rivolto, con leggerezza senza dubbio, ad una quattordicenne frasi del tipo "Quanto sei carina" e "Ma dove vai, perché non resti qui". La giovane, scesa dal mezzo, ha organizzato una vera e propria spedizione punitiva contro l'autista. Ma chiamare un carabiniere, sporgere una denuncia regolare.. No, meglio "divertirsi in grupppo" , la giudstificazione sembrava esserci tutta, ma non è così, speriamo sia ben chiaro. Un tipico episodio di gallismo , stando almeno a quanto riporta la stampa, ha provocato una reazione abnorme e delinquenziale. Una reazione, che al di là del giudizio che si debba dare di un adulto che "importuna" con frasi pseudo galanti una ragazzina, dimostra appieno la follia indotta dai media e dalla mancanza di educazione al vivere insieme che sta distruggendo dalle basi questa nostra italia, una incapacità totale di senso comune, di civismo, che si unisce al bullismo ed alla cultura della sopraffazione e del ribellismo; questi sono i risultati e sperare in questa calda estate in un minimo di critica da parte di chi dovrebbe addossarsi alcune colpe ( numerosi sarebbero i soggetti, a vario titolo) è davvero come credere all'araba fenice. Una cosa resta: la nostra società è allo sbando e lo stato di confusione dei valori, di aggressività di insipienza di molti giovani, cioè della parte debole e suggestionabile della società, lo dimostrano. Che si aspetta a smetterla di chiacchierare, dichiarare, sfilare , mestare, piroettare, affollarsi come lanzichenecchi, in fila per incarichi, consulenze, posti privilegiati da cui arraffare potere e danari in un Paese che lentamente muore ? Come novelli diogene gli Italiani normali, quel gruppo di italiani sbeffeggiati dalla sinistra, considerati un impiccio inutile, in quanto non intruppabili, dalla indegna poltiglia trasversale che ammorba e depriva il Paese di energie economiche e culturali, bersagliati e deprivati di diritti e risorse, vanno cercando invano tra le macerie un senso comune, un motivo per dirsi ancora Italiani in un Paese che non c'è.
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