Domani giornata della memoria perché il ricordo eviti la rimozione della Shoah |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
martedì 26 gennaio 2010 | |||||||||
![]() La giornata della memoria che tenga vivo il ricordo della Shoah ebraica, di quella dei Rom e degli omosessuali, è necessario rimedio per noi tutti contro la inconsapevolezza del’orrore a cui l’uomo può giungere. Dobbiamo sapere, conoscere e ricordare: sarà come un faro sull’abisso, illuminandolo ci aiuterà ad evitare che si ripeta. Sarà un ammonimento all’uomo , eterna testimonianza di quello che potrebbe ancora accadere, un avvertimento a vegliare e a non abbassare la guardia. E quelli che viviamo a me paiono tempi particolarmente densi di pericolo - barbarie. La frenesia del mondo economico, la sua totale mancanza di eticità, la folle corsa degli Stati alla ridefinizione di equilibri di potere, l'egoismo e la cecità dei governanti, la stolida debolezza dei politici.. Innegabile, siamo in tempo di sopraffazione ed egoismo, sembra davvero che il lato peggiore della natura umana voglia prendere il sopravvento, ora più che mai la memoria del passato di sonno della ragione e della coscienza di appartenere al genere umano, è dovere contro l'oblio ed il tentativo di rimozione. Dobbiamo vegliare che avidità e stupidità non ci trascinino di nuovo nel burrone, nessuno è immune dal pericolo a me pare, guardando ai fatti attuali nel mondo. Il 27 gennaio del 1945 il campo di sterminio di Auschwitz fu liberato dalle truppe sovietiche: questa data fu scelta in Italia come Giorno della Memoria per ricordare la Shoah ebraica, ma anche quella dei Rom e degli omosessuali. Continua e speriamo non si interrompa, il lungo filo del ricordo, dei racconti, della indagine storica per non dimenticare Qui di seguito alcune delle poesie composte nel lager durante la prigionia o successivamente da sopravvissuti e da parenti di internati, sono tratte dal volume The Auschwitz Poems pubblicato dal Museo Statale di Auschwitz-Birkenau nel 1999. INFERNO La Divina Commedia sarebbe un'opera di grande sensazione se Dante, invece che all'Inferno, fosse stato nei campi di concentramento. Halina Szuman, Auschwitz, 1944 LE ARPE DI BIRKENAU frammento [...] Le ruote s'affrettano lungo la rotta spingendo la vittoria del crimine: trasportano, trasportano la gente al gas, la gente al crematorio, la gente alla pira cosparsa di benzina. Il fumo fluttua, denso e immondo... Qui, uomini bruciano altri uomini. E sui pali luminosi brillano i fili tesi. Queste sono le arpe di Brzezinka, le arpe di Birkenau. Zofia Grochowalska-Abramowicz, Birkenau, 1944 VITA SCIUPATA Vita sciupata Che infamia Che i giorni scorrano senza alcun senso Che anziché il riso - io conosca soltanto lacrime Sono avvilita, sono angosciata Per aver perduto ogni speranza da così tanto tempo Come accettare la grettezza umana? Come pensare alla morte - quando il mondo mi sta chiamando! Non ho ancora vent'anni Sono giovane! Giovane, GIOVANE! Vita sciupata, che infamia... Halina Nelken, Auschwitz, 1944 QUEL CHE È RIMASTO Quando il resto del mondo si ridestò scoprì in quel che era rimasto del Canada le sei baracche che non erano state incendiate 38.000 paia di scarpe da uomo 13.964 tappeti e 836.255 abiti da donna. Lily Brett Potrebbe interessarti anche L'angelo della storia
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