Travaglio come Vittorio Alfieri e la maledizione della par condicio |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
domenica 21 febbraio 2010 | ||||||||
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La lettera urlo - di
- dolore di Travaglio a Santoro credo
sia nota ai più, comunque in breve per chi non ne sapesse:
Travaglio ha mandato una bell'avvertimento a Santoro , lo ha invitato a non fargli più arrivare in studio giornalisti - trombettieri, con riferimento all'episodio del battibecco sostenuto con Belpietro e Porro durante l'ultima puntata di Anno Zero dedicata a inchiesta sulla Protezione Civile ed il sistema di interessi che sta evidenziandosi, sistema che coinvolge politici, dirigenti pubblici e imprenditori e che "sembra penetrare a fondo nel sistema amministrativo." Si diceva del battibecco fra Travaglio e Nicola Porro, vice direttore del Giornale, il primo parlava degli appalti del G8 e delle frequentazioni del capo della Protezione civile Guido Bertolaso, quando per primo Belpietro ha insistito per introdurre l'argomento delle frequentazioni di Travaglio, seguito presto da Nicola Porro che ha battuto il tasto sullo stesso argomento, sostenendo come in passato Travaglio avesse avuto contatti con persone poi condannate. Mi sembra di aver capito che l'appunto dei due fosse nel senso di dire che son cose che possono capitare a chi anche per lavoro fincontra moltissima gente, senza che necessariamente si debba arrivare a certe conclusioni, per lo meno non prima degli accertamenti del caso. Travaglio ha reagito facendo notare che lui, contrariamente a Bertolaso, non distribuiva denaro pubblico. Sono volate frasi pesanti: «stai calmo prenditi un'aspirina» e «sei un cretino» ha detto Porro. Travaglio ha risposto con «liberali del cavolo» e «sei un poveraccio». Ad un certo punto Travaglio ha minacciato di lasciare lo studio e Santoro ha faticato a ristabilire l'ordine ricorrendo ad un richiamo ai fatti per poter capire di che si sta parlando quando si accusa Bertolaso. E proprio questo richiamo ai fatti deve aver in qualche indispettito il simpatico giovanotto che nelle sua lettera si chiede: "Parto da una tua frase dell'altra sera: "Parliamo di fatti". Il punto è proprio questo. Si può ancora parlare di fatti in tv?" Certo che si può, ed a occhio e croce, mi sembra che, sia pure secondo il suo stile, questo ha poi fatto Santoro: ha esposto fatti dividendoli in qualche modo dalle opinioni, sapientemente espresse o ventilate. Travaglio se ne deve fare una ragione credo: ancora molti giornalisti e lettori credono che i fatti vadano scissi dalle opinioni, ancora grazie a dio ( non saprei chi altro ringraziare per il perdurare sia pure raro di questo uso) troviamo sui quotidiani per esempio, gli articoli degli "opinionisti" separati dalla cronaca, ed è una consolazione vedere che l'onestà intellettuale, questa vecchia e mai abbastanza lodata qualità, di chiamare bianco il bianco e nero il nero, fatto il fatto e opinione la opinione, trova ancora acquirenti ed estimatori. ![]() Intendo dire che se io ritengo che Picchio Pacchio è un tipo losco, senza poter dare prove ed esibire fatti , sto esprimendo una opinione che può essere più o meno autorevole, ma resta opinione personale, vale a dire che sto esprimendo una considerazione, convinzione, credenza, idea, parere, e questa opinione resterà tale finchè non si sarà pronunciata la autorità preposta ad accertare i fatti e di conseguenza le eventuali responsabilità. Ovvio che se si pretende di dare alle proprie idee, opinioni, considerazioni, gusti, simpatie, ubbie, valore di fatto, pretendendo anche di usarle come armi improprie nel tentativo di influenzare in questo modo la pubblica opinione verso la strada che meglio ci garba, e invece ci si trova in ottemperanza alla legge della par condicio , davanti a testoni che continuano a farti notare che non di fatti stai parlando , ma di personali valutazioni tutte da provare, ci si possa un po' inquietare. Giustamente Travaglio si è inquietato in diretta , per poi e prendersela in qualche modo con Santoro e la par condicio , quella maledetta stranezza che vuole che se parli contro tizio in pubblico esprimendo i tuoi sentimenti ed opinioni, è giusto che sia presente o lo stesso tizio o un caio qualunque a controbilanciare le tue opinioni, considerazioni, simpatie, gusti, ubbie . Travaglio, dobbiamo dargliene atto, è un tipino estremamente appassionato e la passione, si sa, talvolta acceca, scrive quindi a botta calda a Santoro una pubblica lettera, io credo advvero senza troppo riflettere, in cui tra l'altro afferma: "La maledizione della par condicio, dovuta alla maledizione di Berlusconi, impone la presenza simmetrica di ospiti di destra e di sinistra. E, quando si tratta di politici, pazienza: la loro allergia ai fatti è talmente evidente che il loro gioco lo capiscono tutti." Dopo questa interessante rivelazione continua con una serie di insulti ai colleghi che a suo parere non sarebbero normali , o chi sa se intendesse dire normalizzati, non avendo visto tutta la puntata incriminata, mi trovo in difficoltà a comprendere il senso della cosa, infatti il simpatico giovanotto continua la lettera in questi termini: "..quando, come l'altra sera, ci si confronta fra giornalisti, anzi fra iscritti all'albo dei giornalisti, ogni simmetria è impossibile: quelli "di destra" parlano addosso agli altri e - quando non sanno più che dire - tirano fuori le mie condanne penali (inesistenti) o le mie vacanze con mafiosi o a spese di mafiosi (inesistenti). Da una parte ci sono giornalisti normali, come l'altra sera Gomez e Rangeri, che non fanno sconti né alla destra né alla sinistra; e dall'altra i trombettieri.( Belpietro e Porro ndr)" Un po' scortese, ma in fin dei conti, diciamolo , il simpatico giovanotto , ha le sue ragioni. E' sfibrante non poter dare voce alle proprie opinioni liberamente, ingabbiati da questa sciagurata par condicio. Certo sarebbe più agevole un bel dialogo televisivo fra gente della stessa parrocchia che se la suona e se la canta , vuoi mettere che potere mediatico immenso? Insomma, diciamolo, è storia vecchia : Travaglio non ama discuter con chi , almeno in via generale, non è d'accordo con lui, e pare che addirittura un uomo illustre come Vittorio Alfieri fosse dello stesso suo avviso, non discuteva se non con chi fosse almeno sulle linee generali d'accordo con lui, a questo proposito si narra di un suo dialogo illuminante con un ignoto "contraddittore" su un tema ancora attuale : se sia giusto o meno fare la guerra. Ne riporto poche battute esemplificative. Alfieri: "Discutiamo pure, ma ad un patto. Voi siete in massima favorevole o contrario all'idea di fare la guerra?" R. " favorevole" Alfieri: Allora mi dispiace, ma con voi non discuto: io sono contrario all'idea di fare la guerra, e voi sapete che io non discuto se non con quelli.. con cui sono d'accordo... " L'interlocutore , pur di discutere con l'illustre uomo risponde: R " ebbene questo mi convince a cambiare idea"... Alfieri: Benissimo, ora sì che si comincia a ragionare.. possiamo cominciare a discutere se fare o non fare la guerra. Io direi di no"" R: " Anche io dico di no.. Tuttavia la discussione mi sembra che non risulti molto vivace .. " L'illustre personaggio si adombra, non accetta si discuta sul suo modo di intendere la discussione, Alfieri : Solo ".. Se la pensate come me, possiamo fare una bellissima discussione in proposito . (al metodo di fare discussione)." Certo che questo dialogo sembra un po' una cosa da ridere, pretendere che si debba discutere solo se si è d'accordo, sembra il trionfo della inutilità. Infatti vi ho trascritto un brano dalle " Vite degli uomini illustri" di Achille Campanile, uno scrittore dalla irresistibile vena umoristica, questo mi è sembrato il miglior commento alla lettera di Travaglio al quale mi sento di dare un consiglio non richiesto, si legga Achille Campanile e impari a ridere, chi sa ridere in modo sano , arguto e pulito, quasi sempre sa anche vivere in armonia col prossimo e soprattutto non soffre di fegato, e quindi riesce a sostenere qualsiasi contraddittorio, anche quelli che lo toccano personalmente, come son costretti a fare molti, e non tutti colpevoli dei mali del mondo. Lettera di Travaglio , qui il testo Sulla inchiesta e sulle 10 bugie contrabbandate come verità,vai qui
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