Grecia e beni demaniali, chi vuole effetto domino

Scritto da Marista Urru   
martedì 30 marzo 2010
effetto domino
In Italia  abbiamo avuto le elezioni regionali, ora subiremo probabilmente lo psicodramma della sinistra che  non è riuscita a dare la spallata al centro destra. Non mi voglio addentrare però nel labirinto di queste tristezze della politica interna italiana perchè mi rendo conto, e anche molti altri italianucci comuni come me dovrebbero cominciare ad alzare le antennine, che più pressanti problemucci urgono.
Le ambasce che ci potrebbero far perdere il sonno sono al momento tutte fuori dell'Italia , purtroppo  non siamo molto abituati, ed io per prima, a ragionare in termini che  vadano molto al di là dell'orticello di casa nostra.
Non è mai troppo tardi per cominciare , per questo riporto  un  editoriale interessantissimo di di Raffaello Volpe Italiani Liberi | 27/03/2010: " Chi è che vuole a tutti i costi il suicidio della Grecia?"

Ve ne raccomando la lettura,  fa delle considerazioni che mi paiono inedite e che si riallacciano a certe considerazioni che Franco Parpaiola già fece: l'interesse di qualcuno per i beni demaniali della Grecia. 


  Chi è che vuole a tutti i costi il suicidio della Grecia?

 di Raffaello Volpe Italiani Liberi | 27/03/2010

Prestare denaro alle aziende facendole indebitare fino all’insolvenza e occultarne gli enormi passivi, per poterle poi acquisire a prezzi stracciati, è un “metodo” da sempre presente nella storia dell’economia.

Gli usurai l’hanno sempre fatto con i piccoli proprietari, molti dei quali alla fine si suicidavano. Quello che colpisce è la sua progressiva estensione a tutto il pianeta, in particolar modo negli ultimi vent’anni.
È così che le multinazionali, di supporto alle connesse super banche mondiali di proprietà dei “soliti noti”, si sono appropriate della maggior parte delle aziende esistenti.
A questa accelerazione di conquista diede avvio la liberalizzazione dei mercati iniziata da Reagan e dalla Thatcher.

Contributo non secondario lo si ebbe con l’abrogazione negli Stati Uniti del Glass Steagall Act , la legge americana promulgata nei primi del novecento e poi revocata, mentre erano rispettivamente presidente Bill Clinton e Ministro del Tesoro Robert Rubin. Venne eliminata in questo modo la distinzione fra banca commerciale, con funzione di raccolta dei risparmi, e banca di investimenti finanziari, creando le premesse per i cronici conflitti d’interessi che esistono tutt’oggi.

Con l’assimilazione delle banche commerciali a quelle finanziarie è caduta la principale difesa a garanzia della maggior parte dei cittadini: metterli al riparo il più possibile dai fallimenti della propria banca e dal controllo da parte di altre.

Al contrario, coloro che detengono le maggiori superbanche mondiali si sono progressivamente assicurati il controllo totale sul denaro di chiunque sulla faccia del pianeta.
 Si è sostituito così un modello economico mondiale eterogeneo, differenziato in modo da permettere alle sue differenti unità (aziende, banche ma anche gli Stati stessi…) di difendersi dagli eccessi delle speculazioni e dei rischi, con un modello economico “universale”, tendente invece a inglobare, assorbire sempre di più fino a raggiungere dimensioni gigantesche e per ciò stesso pericolosamente non identificabile.
 Questa premessa era indispensabile per poter capire la relativa novità che la crisi della Grecia reca in sé. Già altri Stati erano crollati pochi anni or sono, come il Giappone e l’Argentina, senza però trascinare altri Stati nel disastro.

Oggi, invece, se cadesse la Grecia, a breve la seguirebbe l’unione europea con tutti i suoi Paesi membri. Il metodo ben collaudato per provocare la bancarotta delle aziende, cui abbiamo brevemente accennato all’inizio, è stato utilizzato anche per la Grecia.
I veri detentori del potere globale, dopo essersi assicurati il possesso del mercato mondiale, si stanno adesso concentrando su quello delle nazioni.
 Non si tratta della sola Grecia, quindi, ma di impossessarsi in un colpo solo di tutti i Paesi che aderiscono all’unione europea. La conquista dell’Europa equivale alla metà dell’obiettivo di maggiori proporzioni di possedere l’Eurasia, che dal punto geostrategico equivarrebbe al possesso del pianeta (per via della presenza dei due terzi delle risorse di materie prime del pianeta…).
Appare più chiaro adesso quale fosse il vero scopo perseguito nel promuovere l’unificazione degli Stati europei, e che naturalmente ci è stato sempre tenuto nascosto: indebolire le economie delle singole Nazioni, rimuovendo le difese delle stesse. Averne soppresso le monete di emissione, per esempio, ha permesso di eliminarne sia l’identità che l’idea stessa di “confine” necessaria alla sopravvivenza del gruppo anche sotto l’aspetto economico.

Ecco perché il baratro sul quale la Grecia si trova terrorizza: perché già si sa che l’effetto domino coinvolgerà tutti. L’appello alla Germania per un aiuto alla Grecia, in deroga agli stessi vincoli europei, è stata la mossa successiva ma inevitabile; in effetti si tratta solo di un posticipo della crisi, utile ad amplificarne tanto gli effetti quanto ad ottenere un allargamento del coinvolgimento di altri Paesi. La Germania è lo Stato economicamente più solido nell’unione europea; comprometterlo con l’acquisto dei bonds greci, affinché la Grecia stessa non fallisca, costituisce forse un tentativo per far crollare l’intera economia europea in un colpo solo.
Ma chi ha portato sull’orlo del collasso finanziario i nostri vicini greci?

Diamo un’ occhiata ai fatti. Goldman Sachs e Jp Morgan Chasel, le due più grandi banche sopravvissute fortunosamente alla crisi del 2008 ( o meglio, sopravvissute in quanto troppo grandi perché l’America potesse lasciarle fallire) hanno non solo garantito prestiti, con i ben noti “derivati spazzatura” alla Grecia per anni, non solo hanno contribuito con i governi greci ad occultare i dati economici e quindi anche il debito crescente, ma hanno addirittura speculato sul debito greco aggravandolo. Esattamente come se si trattasse di un’azienda qualsiasi, all’improvviso abbiamo scoperto che la Nazione greca è in realtà a due passi dal fallimento.
Quello che resta difficile da comprendere è quanta complicità vi sia fra i governanti greci e le superbanche coinvolte, nonché impunite, per quello che possiamo considerare un reato gravissimo, una truffa sbalorditiva, ma mai dichiarata e tanto meno perseguita come tale: la distruzione dell’economia di una Nazione.

Per quale motivo George Papandreou, l’attuale Primo Ministro, ha affidato proprio a Petros Christodoulou la gestione del debito nazionale, avendo quest’ultimo avuto un passato nelle due stesse banche che hanno portato la Grecia al collasso?


Tutto ciò non è solo il segno di una resa; a pensar male qualcuno direbbe che esisterebbe una complicità ben programmata fra governanti e proprietari di banche, dove le vittime predestinate sono sempre le persone, in questo caso i Popoli.

Come quello greco, che adesso si trova stretto fra il rischio del collasso economico del Paese e la diminuzione di reddito per poter far fronte alla crisi, anche noi come tutti gli altri popoli d’Europa, potremo trovarci fra breve nelle strette dell’identico “ricatto”. Si sta prospettando in questi giorni un “aiuto” alla Grecia che più eloquente di così non potrebbe essere.

Si organizza alla svelta, passando sopra ai Trattati così solennemente firmati, quali quello di Maastricht e quello di Lisbona, che non prevedono nulla del genere, un Fondo Monetario Europeo, ossia un Fondo formato dai soldi di tutti noi, che presterà alla Grecia la somma indispensabile per salvarla dal fallimento garantendosi sul rientro del prestito, non soltanto con il controllo delle drastiche misure economiche già programmate dal Governo Greco, ma – è qui che si rivela il vero scopo della manovra –

con il sequestro dei beni demaniali del Paese.

Non ultimo si consideri quest’altro aspetto. La Goldman Sachs, che è una delle banche proprietarie della Federal Reserve e quindi anche fra i padroni effettivi del dollaro americano, ha partecipato con fortissima determinazione alla creazione dell’euro e dell’unione europea, investendovi moltissimo sia economicamente che politicamente. Che senso ha generare qualcosa che poi programmaticamente verrà distrutto? Forse, nella ventilata sostituzione dell’euro con la nuova moneta mondiale (ancora senza nome) è leggibile l’intento di impossessarsi definitivamente dell’Europa.

Sarebbe superfluo aggiungere che più che di un incubo si tratta di delirio di onnipotenza, ma dalla deriva imprevedibile per gli stessi responsabili di questo imminente disastro.

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  Commenti (1)
1. Viene la sfida all'Europa dall' est.?
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 30-03-2010 13:23
Salve Marista. 
Che ne diresti del fattore demografico europeo inteso come un pericolo per gli Stati Uniti e la stabilità politica e sociale del Mondo? 
 
Verso la metà di questo secolo il Mondo si troverà di fronte ad un Europa impoverita e di non poco, non solo industrialmente ma anche intellettualmente. 
Solamente in Germania che ora conta sugli 82 milioni di abitanti, nonostante un calo delle nascite in deficit verso i decessi, e nonostante l’emigrazione di intere Famiglie del medio ceto professionale al disotto dei trent’anni in prevalenza verso gli SU, l’Australia ed il Sudafrica ammonti a circa 10o mila persone annue, il numero di abitanti e pressoché stagnante. 
Questo grazie ad un Immigrazione dalla Turchia e il ritorno dei figli di tanti cittadini tedeschi emigrati a loro volta durante il Terzo Reich nelle fertili terre Ucraine e russe, ad esempio. 
Prevedono che per il 2050 ci saranno solamente 55 milioni di abitanti in Germania, (non trovo le statistiche pubblicate da Focus l'anno scorso mi pare) in Italia le cose non saranno migliori come non lo saranno nel resto del Nordeuropeo,. 
I nuovi cittadini europei non saranno certo tra i più intelligenti, dalla Turchia, Erdogan ci manda di continuo fruttivendoli e bottegai, ma nessun o pochissimi tecnici e specialisti industriali, quelli se li tiene lui.Contemporaneamnete pretende che il sistema scolastico tedesco si adegui a quello turco per permettere in Germania i ginnasi turchi, a cittadini tedeschi in prima generazione, di origine turca.  
Allo stesso tempo dall’Africa arrivano i nuovi vu gumbrà che aprono un Call Center dietro l’altro e tanti botteghini di cianfrusaglie, e ultimamente anche Bar dove si fuma la Pipa ad acqua, ma non ci arrivano tecnici e specialisti e pochissimi di loro ha studi superiori 
Non è necessario avere la Maturit?a per vendere lattuga e verze. 
 
Questo mio pensiero l’ho riportato questa Notte anche su Monopolitube intervenendo alla discussione sul pro e contro le Centrali Nucleari in Italia, chiedendomi a cosa potessero servire le nuove CN ad un Popolo praticamente in via di estinzione industriale e tecnologica come quello italiano ed europeo in generale. 
 
Quello che non capisco è perche la Grecia fu lasciata in balia degli speculatori per un mese intero, dandole poi la copertura finanziaria già in precedenza richiesta dal Governo Greco sin dall’inizio della crisi, anche se in modo bestiale abbinata ad una specie di Piano Marshll dal FMI. 
E poi salta su un Ministro al Bundenstag di Berlino, a consigliare alla Grecia di vendersi qualche isola per pagare i suoi debiti, spero di non sentirmi dire un giorno, che la Germania è costretta a mettere all’asta le isole della Frisia pagarsi i propri. (buona questa)  
A dirti la Verità tutto questo mi confonde un poco, d’altra parte la parte Greca del Mare Nostrum è una porta spalancata, verso est e sempre ancora nel mirino cinese. 
E lo zio Sam non dorme ed e giusto che non dorma, anzi non deve dormire proprio, con quei quattro vu gumbrà africani e fruttivendoli turchi che si troveranno in Europa tra un paio di decenni, anche il totalitarismo islamico avrà gioco facile. 
Non ci voglio giurare sai, ma mi sa tanto che questa volta la definitiva sfida all’Europa, arrivi, anche se attraverso Banche americane, più dal medio oriente che dall’altra parte dello stagno. 
Ciao 
Salutonen

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