Risultati Regionali e previsione della fine del bipolarismo |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
mercoledì 31 marzo 2010 | ||||||||
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I risultati delle regionali hanno rafforzato l'impressione che il
bipolarismo sia arrivato alla frutta. Marcello Foa rilancia la
questione nel suo
blog e conclude la sua analisi,
puntuale come sempre, con questa frase:
"Ho l'impressione che le regionali annuncino una grave crisi del bipolarismo. O no?" In molti son convinti che il nostro Paese, da troppo tempo abituato al proporzionale, non sia adattabile al bipolarismo. Sta di fatto che se i due partiti principali in affanno arretrano a favore di alleati più piccoli, siamo autorizzati a credere che davvero il sistema attuale sia arrivato alla frutta. Urge quindi un cambiamento. Foa riassume con chiarezza la situazione : "- A destra vince la Lega, a sinistra vincono l'Italia dei Valori, un leader fuori dal Pd come Vendola e il movimento dei grillini, che in diverse regioni viaggia intorno al tre percento, con punte del 6% in Emilia." Inoltre abbiamo il partito degli astenuti che nota Foa: "dunque il 36,4% ha disertato le urne; tantissimi e se gli astenuti fossero un partito avrebbero la maggioranza relativa." Casini nelle interviste sembra esultare, la fine del bipolarismo così come è ora aprirebbe scenari favorevoli alle sue intenzioni di andare alle urne da solo , e si ritrova in buona compagnia con Zaia della Lega che decreta la fine del bipolarismo. Insomma sembra proprio che i piccoletti ringalluzziti si vogliano sdoganare dalla costrizione di fare parte di una coalizione. Sarà interessante vedere come si organizzeranno per le prossime politiche, se riusciranno a d arrivare ad un accordo per una decente legge elettorale, quale influenza avrà sui vari partiti la coscienza del distacco pericoloso operatosi rispetto al territorio. Se la lega non ha simili problemi, il PD, ormai in Stato pressochè catatonico, non riesce più ad intercettare gli umori del proprio elettorato, mentre per il pdl la difficoltà a radicarsi sul territorio è storica e carica da sempre di un peso enorme Silvio Berlusconi. Tutto fa pensare che i partiti potrebbero davvero decidere di andare alle elezioni in ordine sparso. Gaspare Serra nel suo blog propende per questa ipotesi, presupponendo che Silvio Berlusconi deciderà o sarà costretto a farsi da parte, e dunque " arriverà il momento in cui le carte in gioco saranno destinate a stravolgersi profondamente (il quadro politico sarà profondamente diverso da quello attuale, e mieterà tra le prime vittime proprio il Pdl ed il Pd): il partito emergente (che, probabilmente, deve ancora nascere...) sarà quello che riuscirà a raccogliere i frutti dell'astensionismo, conquistando il voto di molti di coloro che oggi esprimono con la scelta di non votare disillusione e "disaffezione" nei confronti della politica." E davvero mi sembra troppo pessimista ritenere che né Pdl né PD siano capaci di trovare una soluzione, magari accordandosi su una equilibrata e condivisa legge elettorale, che metta fine alla valanga di liti e contrapposizioni che hanno tanto danneggiato la vita democratica del Paese , traghettandolo invece verso un robusto bipartitismo . Sembra quasi che gli Italiani siano rassegnati alle prossime noiosissime liti e beghe interne ai poli e dei poli tra di loro. Invece con il bipartitismo si avrebbe stabilità e governabilità con due partiti maggiori ripuliti dei gruppuscoli polverizzati, spesso litigiosi ed inconsistenti alleati che in una coalizione, lavorando ai fianchi i partiti più grandi, ed essendo liberi da responsabilità serie di governo, per apparire esercitano una opposizione interna che permette loro di raccogliere consensi ed intercettare speranze . Quindi primo passo: basta polverizzazione , quindi si deve alzare significativamente la soglia di sbarramento, tanto per cominciare.
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