Cassazione e violenza sulle donne sentenza sconcertante |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
venerdì 02 luglio 2010 | |||||||||
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Nel giudicare di un caso di maltrattamenti in famiglia, la sesta Sezione penale della Corte di Cassazione ha assolto il marito violento ed ha sottolineato che "la condizione
psicologica della moglie, per nulla intimorita dal comportamento del
marito, era solo quella di una persona scossa, esasperata, molto
carica emotivamente".
Secondo i giudici "nelle motivazioni d'appello non c'è alcuna indicazione che deponga per la sussistenza di una volontà sopraffattrice" del marito. "perchè sussista il reato di maltrattamenti in famiglia occorre che sia accertata una condotta (consistente in aggressioni fisiche o vessazioni o manifestazioni di disprezzo) abitualmente lesiva della integrità fisica e del patrimonio morale della persona offesa che, a causa di ciò, versa in una condizione di sofferenza", in base a queste considerazioni gli Ermellini hanno annullato la condanna precedente dell'imputato osservando che "i fatti incriminati sono solo genericamente richiamati nella sentenza impugnata" e "appaiono risolversi in alcuni limitati episodi di ingiurie, minacce e percosse nell'arco di circa 3 anni", che "non rendono di per sè integrato il connotato di abitualità della condotta di sopraffazione richiesta per l'integrazione della fattispecie in esame"; tanto più che, si legge nella sentenza, "la condizione psicologica" della donna "per nulla intimorita dal comportamento del marito, era solo quella di una persona 'scossa....esasperata...molto carica emotivamente". Dunque, conclude la Cassazione, "non risulta offerta dai giudici di merito alcuna indicazione che deponga per la sussistenza, in capo all'imputato, di una volontà sopraffattrice idonea" per integrare il reato contestato. Leggere queste motivazioni lascia interdetti, mi sembra si stiano facendo passi indietro in questa materia. Che senso ha ? Spero abbiano riportato male le espressioni della Corte, spero che l'episodio presenti risvolti a noi sconosciuti; dove sta scritto che la moglie debba vivere in stato di timore e soggezione verso il marito per vedere riconosciuto il diritto a non ricevere ingiurie e botte? Simili argomentazioni me le sarei aspettatta da un qualunque Imam, non da uomini che codice alla mano giudicano di fatti che avvengono in Occidente nel 2010. Una allarmante involuzione nella nostra società. Si spera che l'Italia non stia in stato comatoso tanto da non reagire fermamamente .
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