Norvegia: una isola misteriosa nella vicenda complessa di Banca Stanford

Scritto da Marista Urru   
giovedì 05 agosto 2010


Isola di Bouvet

Qualcuno ricorderà James Stanford banchiere accusato di super truffa da 9,8 miliardi di dollari, è salito agli onori della cronaca nel febbraio del 2009 e anche nel bel Paese abbiamo potuto apprendere delle sue perfomances bancarie. Proprietario della Stanford International Bank, fu accusato dalla SEC ((Security and Exchange Commission) di aver venduto alla clientela certificati di deposito promettendo ricavi irrealistici. Pare abbia reagito con molta freddezza, non avrebbe mosso ciglio alla accuse, anzi con una mail ai dipendenti, avvertì di aver intenzione di contribuire all'inchiesta per «combattere con tutte le sue forze per mantenere il nostro buon nome e salvare l'eredità che abbiamo costruito assieme». Dopo di che fu uccel di bosco fin quando l'FBI non lo fermò in Virginia..
Le isole piacciono a questo banchiere dasgli affari nebulosi, infatti risiede ad Antigua dove possiede, ovviamente, due Banche, ma, particolare definito inquietante, spunta nella sua vicenda ricca di  nomi e  sussurri e sospetti, una isola sperduta e disabitata, brulla e tetra sita in Norvegia.

Mentre Stanford soggiorna in prigione, si indaga sui suoi colossali interessi ed il WMR è riuscito ad entraree in possesso del documento in cui sono elencati i depositanti della banca Stannford: provengono da 114 nazioni diverse, e questo dà la misura , ma la differenza la fa probabilmente un unico depositante , quello appunto che proverrebbe da isola di Bouvet isoletta subantartica dove dovrebbe esserci una stazione metereologica norvegese automatica.

  comedonchisciotte,

"L'uso dell'isola Bouvet come tappa nel flusso degli investimenti nella SIBL (NdT: acronimo per Stanford International Bank Ltd.) alimenta il sospetto che la Stanford's bank divenne la nuova Bank of Credit and Commerce International (BCCI) per diverse agenzie di servizi segreti come la CIA, la britannica MI-6 e il Mossad; per il riciclaggio di denaro proveniente dal narcotrafico; per traffico di armi e versamenti illegali a favore della Cia, di altre agenzie e anche alla criminalità internazionale organizzata. "


 un articolo pubblicato  tempo fa su Comedonchisciotte  è tutto da leggere


I SOLDI DEL NARCOTRAFFICO SALVARONO LE BANCHE DURANTE LA CRISI MONDIALE



Rajeev Syal, del The Observer/The Guardian (13.12.09), riferisce che l'italiano Antonio Maria Costa, capo dell' Ufficio Droghe e Crimini dell'ONU (UNODC, nella sigla dall'inglese), rivelò che 352 miliardi di dollari di proventi criminali, furono effettivamente (sic) riciclati per mano di istituti bancari, permettendo così al sistema finanziario di rimanere a galla, nel culmine della crisi mondiale.
A quale cartello di narcotraffico in voga, verrà offerto il prossimo Premio Nobel per l'Economia, ringraziandolo così, per la loro filantropica efficienza nella fiscalità mondiale?

Maria Costa ribadì altresì, di poter evidenziare (sic) il fatto che i soldi della criminalità organizzata furono l'unico investimento di capitale volto a salvare, l'anno scorso, certe banche sull'orlo del crollo; fu così, che la maggior parte dei guadagni del narcotraffico, somma che risale a 352 miliardi di dollari, furono immessi nel sistema economico.

Perché Maria Costa sminuisce e disprezza così tanto i guadagni del narcotraffico mondiale, quando il Times (11.11.07) conferma che tre anni fa aumentarono di oltre 2 mila miliardi di dollari ?

Sempre secondo Syal, le esplosive dichiarazioni di Maria Costa incoraggeranno l'intervento (sic) della criminalità nel sistema economico nei periodi di crisi. Ma, soltanto durante le crisi? Non è che influiscono anche prima e dopo? Le banche sane, non aderiscono al riciclaggio di capitali?
Il riciclaggio di capitali è o non è, il maggiore business bancario, come ci ha insegnato la banca anglosassone già dal XIX secolo, nelle due guerre dell'oppio contro la Cina ( vedi Afghanistan: la terza guerra anglosassone dell'oppio; Radar geopolitico, Controlinea,20.11.09)?

Le rivelazioni dello zar mondiale dei narcotici dell'ONU a un giornale britannico, molto vicino a Gordon Brown, hanno luogo soltanto quando l' impudenza e la crisi dei banchieri oltrepassano i limiti tollerati nei due lati dell' Atlantico e quando i riscatti verso i contribuenti, servono soltanto a proseguire l'incurabile dipendenza alla speculazione, sfidando oltremodo i loro salvatori: la massa senza forma di cittadini pronti alla ribellione ( vedi Al microscopio, 13.12.09 ).

Le pressioni politiche su entrambi i lati dell'Atlantico, esigono maggiore controllo sui banchieri inutili, protetti dalla criminalità e dalle istituzioni giudiziarie, che godono dei poteri per attentare contro la civiltà, contro i basilari diritti di libertà e contro le istituzioni democratiche, essendo diventati in modo tirannico, gli uomini più potenti del pianeta e i nemici numero uno del genere umano.

Maria Costa sostiene di essere venuto a conoscenza della dimensione del riciclaggio bancario soltanto 18 mesi fa (sic), dopo la segnalazione dei servizi segreti di spionaggio e dei pubblici ministeri: nel secondo semestre del 2008 la liquidità disponibile del sistema bancario, fu il maggior problema, e ciò diventò un fattore degno di nota, quando i soldi della malavita (sic) furono adoperati per il salvataggio di qualche (doppio sic) banca sull'orlo del collasso.

Se volete saperne di più : QUI




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