Lettera aperta di Marco Pannella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

Scritto da Marista Urru   
mercoledì 03 novembre 2010


Pannella

Lettera aperta di Marco Pannella al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi



 

 

 

 

E, per conoscenza

AL MINISTRO DEGLI ESTERI

FRANCO FRATTINI

AL SEGRETARIO PER I RAPPORTI CON GLI STATI

DELLA SEGRETRIA DI STATO DELLA SANTA SEDE

CITTÀ DEL VATICANO

S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI

AL SOTTOSEGRETARIO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

GIANNI LETTA


Roma, 2 novembre 2010

 

Signor Presidente,

 

spero che sia tuttora possibile che tu mi ascolti, secondo quanto mi hai tante volte riferito esser consiglio della tua adorata mamma. La quale –credimi – oggi vive in quella compresenza di viventi e di morti che un grande straordinario italiano, uno delle mie parti – Aldo Capitini – del quale tu non sai naturalmente quasi nulla, ci insegnava la realtà.

Ciò premesso, ecco cosa avrei da dirti. Per un riflesso personale e politico Franco Frattini di getto ha raccolta e fatta propria la mia offerta: andiamo subito a Bagdad, per vedere Tarek Aziz e convincerlo a rischiare la vita anziché rassegnarsi alla morte.

Ma, se la direzione è giusta, da cosa nasce cosa. Io ti ri-propongo quanto – grazie soprattutto a Gianni – nel corso di un decennio tu hai accettato di far tuo, in modo determinante, nostro: sia per la creazione della giurisdizione internazionale, la Corte Penale; sia sulla Moratoria Universale della pena di morte; sia su una attuale nostra ennesima “follia”; quella di proporre ai 192 stati dell’Onu di porre al bando le mutilazioni genitali femminili, affidandoci alla saggezza della 65ma Assemblea Generale dell’Onu, attualmente in corso .

Te ne propongo ora un’altra: facciamo che la salvezza dal boia di stato, di Tarek Aziz e degli altri cinque condannati a morte, non costituisca “solo” la conquista per dei  Caini privilegiati.

Potremmo/dovremmo invece, cogliere questa occasione per suggerire, chiedere a tutto il complesso di potere irakeno di far propria quella moratoria universale della pena di morte che, oltre tutto, era stata annunciata dal primo gestore della sovranità irakena, il governatore americano Brennen: poi immediatamente annullata dal governo iracheno di Al-Maliki.

È ovvio che questo progetto non potrebbe non coinvolgere l’attività del Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon, per  manifesto suo dovere d’ufficio, perché si passi ormai all’azione per sostenere il valore della Moratoria Universale per quegli Stati che mostrano patente necessità di essere aiutati a rispettarla in pratica. Malgrado – davvero – “quasi tutto”, sarei, saremmo onorati di esserti e averti accanto, con il Ministro degli Esteri del tuo Governo, e il prezioso (e stressato, temo) tuo Sotto Segretario: Gianni Letta. Il tuo apporto si rivelerebbe certamente determinante, e come tale lo illustreremmo, per doveroso amor di verità.

Tutto questo costituirebbe occasione per positivamente coinvolgere la possente rete dei tuoi migliori amici (non di rado fra i peggiori nostri avversari), a sostenere questa impresa; sin dai prossimi giorni, come sarebbe prudente, opportuno.

Per nostra e mia parte ho già formalmente auspicato che l’autorità Vaticana corrispondente a quella di Franco Frattini, Mons. Mamberti, voglia sostenere e partecipare all’impresa.

Tu sai meglio di me quanto, in casi analoghi, determinazione e rapidità congiunte, siano preziose, necessarie.

Questo ti chiedo, Presidente, Silvio; personalmente, convintamente, formalmente a nome del Partito Radicale, e dei Nonviolenti,  ben distinti dai movimenti “pacifisti”. M’auguro una tua positiva, urgente risposta te ne ringrazio fin d’ora.

Credimi

Tuo

Marco Pannella


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  Commenti (1)
1. Il prezzo della Vita
Scritto da Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo website, il 03-11-2010 13:11
Salve Marista. 
Tutto a questo Mondo ha un suo prezzo, nei paesi islamici poi anche le sentenze di Morte lo hanno. 
Ora come ti dicevo su FB gli irakeni d’oggi sono gli stessi che ieri fecero la Guerra agli iraniani di oggi, cioè i persiani di ieri e il Pazzo di Teheran a una buona memoria, poi c'è il fattore terrorismo islamico, insomma l'Irak ha bisogno dell'occidente, e nel Mondo mussulmano tutto ha un prezzo, anche la Vita, anche le sentenze capitali. 
Vedremo se la Diplomazia occidentale fa sul serio oppure è il solito paravento diplomatico e fuoco di paglia e la sentenza sarà eseguita. 
Ciao

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