Devid muore di freddo e i servizi sociali: la mamma “non ha chiesto, ci vuole partecipazione” |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
lunedì 10 gennaio 2011 | ||||||||
![]() Davide muore, è un fagottino di 20 giorni, muore di freddo. E siamo in Italia, o meglio siamo in Bologna la grassa, Bologna la civile, Bologna la colta, Bologna la progressista. La Caritas parla di lacune e carenze dei servizi sociali, la Commissaria afferma a discolpa dei servizi sociali che alla povera madre sarebbe stata offerta assistenza, ma che lei non l’avrebbe accettata, forse per paura che le togliessero anche questo bimbo, gliene avevano già tolti due. E si, sembra che in Italia l’aiuto per gli indigenti consista spesso nella requisizione dei figli. Immagino gli amici non Italiani che protesteranno, perché non ci credono e magari mi scrivono, come già fece un giovane francese, Pierre, quando ho raccontato un caso di figli sequestrati dallo Stato, accusandomi di essere una che esagerava certo per suoi strani motivi e che l’italia del 2009 non poteva esser la Russia totalitarista di prima della caduta del muro. Purtroppo questo ed altro accade nel bel paese che diventa sempre più brutto, squallido e senza anima.
Ma veniamo al caso di Bologna, Su alcuni giornali si riporta addirittura che la Commissaria avrebbe affermato che la povera madre, avvicinata da due assistenti.. “non ha chiesto nulla,e in questi casi ci vuole partecipazione” Ora immaginate di essere degli assistenti, di sapere che una donna dorme per strada con due neonati nel mese di gennaio, immaginate di sapere di aver già tolto a quella madre due figli come unico aiuto per sollevarla da una situazione di povertà. Vi aspettereste che lei vi metta in mano i due fantolini chiedendo aiuto? Aveva bisogno di un tetto, non che le venissero strappati i figli, e chi sa quanti come lei. Ma le nostre sorde burocrazie non lo sanno, aspettano che la vittima designata, “partecipi” spontaneamente alla cessione del bimbo all’Istituto che riceverà cifre impensabili per la povera famiglia. Ogni mese per un bimbo tolto alla famiglia povera o disagiata , si parlava di 250 euro al giorno che lo Stato verserebbe agli Istituti, cioè per trenta giorni euro 7, 500. Da render ricca quella famiglia!! Invece no, ai poveri si nega quello che si distribuisce ai burokrati, spendendo molto di più. Nessuno se ne occupa, non i politici, in tutte altre faccende affaccendati, non il Commissario che comunque a sua volta dovrà fare i conti con una legislazione che immaginiamo piena di assurdità, ombre, oblique reticenze, distinguo e cavilli interpretativi necessari per poter “amministrare” nonostante le leggi, che sono ormai un optional, meglio il sostanziale faidate, che spesso chi sa come e perché, strappa i figli ai poveri e non solo. Fermiamoli se ancora siamo in tempo, fermiamo questo sistema freddo, nemico del cittadino, nemico del buon senso, nemico di chi non ce la fa a tenere il passo con questa società snaturata, con questi uffici che sembrano esserci solo per mungere, mungere, mungere. Ora qualcuno ha scoperto, fino a quando? Chi i servizi sociali vanno ripensati. Ripensare i servizi sociali, sarebbe ora, ma si certo, cominciamo da quelli, solo che sappiatelo cari politici che oggi cadete dal pero, finalmente scandalizzati dopo decine e decine di episodi sconvolgenti che non vi hanno poi sconvolti tanto, che questo è un paese che va ripensato per intero. E' un Paese che schiaccia ed annulla il cittadino comune, è un Paese che toglie e non da e questo avviene da troppo tempo. Cominciate a ripensare, ma senza turpi scappatoie per color che fin ora hanno fatto di noi tutti carne di *** AGGIORNAMENTO da Repubblica dell' 11 gennaio Il Primario del Santa orsola difende i genitori e puntualizza che sono state afermate su di loro delle inesattezze:
"Sono state dette cose sbagliate sui genitori del piccolo, qualcuno li
ha dipinti come dei vagabondi poco attenti ma non è così. Sono persone
che sicuramente possono avere delle difficoltà, ma non sono come sono
stati descritti". Così Mario Lima, direttore del dipartimento infantile
del policlinico Sant'Orsola di Bologna, dove il pomeriggio del 4 gennaio
è stato ricoverato Devid, il neonato di appena venti giorni morto poche
ore dopo. Il medico ci tiene molto a che si "corregga" la luce in cui i
due genitori sono stati messi, secondo le prime notizie uscite. Al
Sant'Orsola sono tuttora ricoverati l'altra bambina di un anno e mezzo
figlia della donna e il fratello gemello di Devid. Lima dice che i
genitori non si sono mai mossi dal loro capezzale. "Sono stati qui in
ospedale tutto il tempo, si sono assentati solo questa mattina per
andare ai funerali del piccolo. Mi hanno detto che hanno allertato il
nonno". C'è un altro dettaglio importante su cui lima si sofferma: "Sono
stati i genitori a chiamare il 118 in piazza Maggiore, quando hanno
visto che il piccolo aveva problemi respiratori". A quel punto,
ricostruisce il medico, "Il 118 è intervenuto e ha assistito il piccolo
fin da subito. E' stato intubato e portato al s.Orsola, dove è stato
ricoverato in rianimazione. La situazione, purtroppo, nel giro di
qualche ora si è aggravata e il bambino non ce l'ha fatta" dice Lima. Le
cause? "E' stata disposta e fatta un'autopsia e ora è in corso di
refertazione".
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