Yemen Sana'a Patrimonio del mondo un tesoro salvato da Pasolini ora rischia di sparire |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
domenica 05 giugno 2011 | ||||||||
Sana'a (arabo صنعاء ) rischia di non esser più considerata patrimonio del mondo a causa del degrado in cui la hanno lentamente gettata il terrorismo e la crisi mondiale. La capitale dello Yemen, città da fiaba, viveva del turismo. Come non bastasse ora si aggiungono gli effetti della guerra civile che sta spargendo morte e macerie tra le belle case della parte antica. Pasolini vi si recò intorno agli anni 70 per girare il Decamerone, ne comprese a fondo le potenzialità che quella bellezza misteriosa e selvaggia portava con sè, e amò con la forza e la determinazione di cui era capace la città da mille e una notte, di granito alabastro traslucido con bellissime case color ocra decorate di bianco gesso In seguito al suo interessamento dichiarata Patrimonio dell'Umanità nel 1986. Laura Betti in rappresentanza del Fondo Pier Paolo Pasolini, si recò a Sana'a e iniziò un progetto di restauro delle mure della città antica. Una città da mille e una notte, di granito alabastro traslucido con bellissime case color ocra decorate di bianco gesso.
Vale leggere l'appello di Pasolini per Sana'a
"Ci rivolgiamo all'Unesco - perché
aiuti lo Yemen a salvarsi dalla sua distruzione, cominciata con la
distruzione delle mura di Sana'a.
Raccontò poi Pasolini:
"Era l'ultima domenica che
passavamo a Sana'a, capitale dello Yemen del Nord", disse
Pasolini. "Avevo un po' di pellicola avanzata dalle riprese del
film. Teoricamente non avrei dovuto possedere l'energia per mettermi
a fare anche questo documentario; e neanche la forza fisica, che è
il requisito minimo. Invece energia e forza fisica mi son bastate, o
perlomeno le ho fatte bastare. Ci tenevo troppo a girare questo
documento. Si tratterà forse di una deformazione professionale, ma i
problemi di Sana'a li sentivo come problemi miei. La deturpazione che
come una lebbra la sta invadendo, mi feriva come un dolore, una
rabbia, un senso di impotenza e nel tempo stesso un febbrile
desiderio di far qualcosa, da cui sono stato perentoriamente
costretto a filmare [...] Ma è chiaro che se volessi veramente
ottenere qualcosa, dovrei dedicare a questo scopo la mia intera vita.
Son cose che qualche volta si pensano ma poi non si fanno.
Frustrazione terribile, ma consolata dal pensiero che ci sono persone
che, in realtà, per mestiere dovrebbero occuparsi di questi problemi
e che dunque la responsabilità è dovuta a loro [...]"
E questo è il Pasolini che incanta, uomo che sente e percepisce il presente inadeguato. E prevede con una lucidità impressionante il futuro meschino che bussava alle porte. Probabilmente se fosse vissuto sarebbe riuscito a sensibilizzare i nuovi barbari di casa nostra, li avrebbe convinti a non deturpare i segni di un nostro passato di civiltà, a non buttare e sprecare i nostri tesori come stanno dissennatamente facendo, deturpando svilendo, distruggendo residui di un tempo andato che testimoniano grandezze e capcità dimenticate, sostituendoli con opere e manufatti avulsi dal contesto in cui vengono calati. Sarebbe riuscito forse a salvare le dune di Sabaudia, anche di Orte e Sabaudia, aveva girato dei documentari, fedele a quella che sentiva come una missione, salvare le città, i luoghi dalla mano distruttrice del declino che con feroce determinatezza si stava affermando. Uno scempio continuo e doloroso, segno dei tempi meno che mediocri ai quali ci hanno portato, e lo hanno fatto in nome del progresso, scempio che Pasolini previde con estrema lucidità.
"Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l'industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita". Ed ancora:""Noi ci troviamo alle origini di quella che sarà probabilmente la più brutta epoca della storia dell'uomo: l'epoca dell'alienazione industriale. Lei ne è già una vittima, in quanto il suo giudizio non è libero proprio nell'atto in cui crede di meglio attuare la propria libertà; io sono un'altra vittima in quanto la mia libera espressione viene fatta passare per 'altra da quella che essa è'. Il mondo si incammina per una strada orribile: il neocapitalismo illuminato e socialdemocratico, in realtà più duro e feroce che mai". La forza del passato, la scandalosa forza rivoluzionaria del passato, grande Pasolini, aveva ben compreso che l'unica arma contro la barbarie del danaro, contro quelli dai quali anche il ricordo della cultura del passato viene sentito come ostacolo ai crimini del presente, sarebbe stata la conservazione, la cura, l'amore per i tesori della tradizione. Aveva deciso di combattere la sua battaglia , da generoso, sapendo perfettamente contro che orribile e pericoloso mostro si apprestava a combattere, fu stroncato, e noi ne rimanemmo orfani.
"Io sono una forza del Passato.
Il corto girato da Pasolini http://www.youtube.com/watch?v=rYKKzP5-49I
per approfondire: .http://www.pasolini.net/ideologia04.htm http://ilforumdellemuse.forumfree.it/?t=53118375 ( per le foto)
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