Americani stanchi della avidità di Banche speculatori e politici, aumentano le proteste ovunque |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||||
giovedì 06 ottobre 2011 | ||||||||||
E' da metà settembre che le proteste degli indignados in America si moltiplicano. La gente si rende conto che le stanno facendo sopportare sacrifici enormi, come da noi per altro, per porre rimedio agli errori di un sistema economico basato su avidità ed egoismo di pochi contro i molti. Oggi sono scesi in piazza anche i sindacati. E' un dato di fatto che le proteste non sono più solo a New York, ormai indignados sono in piazza ovunque: gli americani chiedono che venga arrestato Bernanke per aver dilapidato i soldi dei cittadini a vantaggio delle banche. Anche in Europa i nostri danari, la nostra vita è stata condizonata e spesso distrutta a causa della follia di individui avidi e disonesti. Delle inchieste serie andrebbero fatte Paese per Paese. Dobbiamo individuare i responsabili, in Europa e negli Stati, la magistrastura deve intervenire io credo. Altro che massacrarci ancora per dare soldi alle banche, a che cappero serve se diamo soldi a gente pronta a rigiocarseli , mentre altri privilegiati ci spremono completando l'oera di distruzione della economia reale, quella della ricchezza PRODOTTA DA NOI col lavoro , e non spingendo un bottone come fossimo a Las Vegas. Lavorino anche quelli che si stanno abboffando di bonus o di ricchi emolumenti solo perchè si prestano a spremerci!!! Che lavorino e campino come campiamo noi, e che abbassino le penne, non hanno motivi di orgoglio io credo, nessuno di loro. ----------------------------------------- Iniziato in sordina a New York, il movimento degli indignados degli Stati Uniti li porta ormai a scendere in piazza ovunque. Le città di Boston, Los Angeles, Chicago, Seattle, Denver hanno visto in questo fine settimana sfilare cittadini stanchi di subire le conseguenze della crisi. Anche personaggi del mondo dello spettacolo, come Michael Moore e Susan Sarandon, hanno dato il loro sostegno alle contestazioni. Nel mirino, il potere economico supportato da quello politico. Non è un caso che a New York il movimento di protesta non-violento si è denominato “Occupy Wall Street”, e dal 17 settembre scorso i contestatori assediano la strada della finanza per antonomasia. L’altra notte, migliaia di persone si sono riunite a Lower Manhattan per quella che è stata la manifestazione più numerosa dall’inizio delle proteste. Il movimento accusa le banche e i gruppi finanziari di essere gli unici veri responsabili della crisi, che ha fatto perdere milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e nel mondo. Sono scoppiati disordini quando i manifestanti hanno iniziato a marciare lungo le corsie destinate alle auto, abbandonando i marciapiedi laterali, bloccando così il traffico.La mobilitazione è finita con interventi della polizia sul Ponte di Brooklyn, che ha effettuato quasi 700 arresti. Secondo funzionari della polizia, la maggior parte dei fermati ha ricevuto una citazione per condotta contraria all’ordine pubblico ed è stata rilasciata. Solo una ventina sono rimasti in cella. Il sito dei manifestanti, www.occupywallst.org, aveva lanciato l’appello alla manifestazione all’insegna di “non ce ne staremo in silenzio e non ci faremo intimidire”, a cui hanno partecipato studenti, insegnanti, organizzazioni sindacali, veterani, disoccupati, famiglie, gente comune che si dice nauseata ed indignata per lo strapotere della finanza. Così ieri, manifestanti si sono riuniti anche ad Albuquerque, Boston e Los Angeles per esprimere solidarietà al movimento “Occupy Wall Street”. A Boston sono state arrestate 24 persone, mentre una vasta folla, migliaia di persone, si era assiepata dinanzi agli uffici di Bank of America, la più grande banca degli Stati Uniti. A San Francisco centinaia di persone si sono riunite davanti a una succursale della Chase Bank, a Market Street, e la polizia ha arrestato sei manifestanti. E adesso le proteste minacciano di estendersi anche a Washington: “Chiediamo le dimissioni e l’arresto di Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve, per avere dilapidato il denaro dei cittadini per salvare le banche”. Proprio a Chicago i manifestanti, autoproclamatosi “Occupy Chicago”, hanno assediato la sede della Chicago Federal Reserve Bank, innalzando cartelli con la scritta “Abolire la Federal Reserve”. Il 6 ottobre, in occasione del decennale della guerra in Afghanistan, il movimento cercherà di far sentire la propria voce a Barack Obama, colpevole agli occhi di molti dei contestatori, di essere troppo debole, troppo moderato e di aver tradito i suoi ideali e le sue promesse di cambiamento radicale. In programma un sit-in a Freedom Plaza, lungo Pennsylvania Avenue, a metà strada tra la Casa Bianca e Capitol Hill.
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