Crisi Fiat: di chi la colpa. Ascesa e caduta dopo cent'anni di improntitudine

Scritto da Marista Urru   
domenica 18 marzo 2012

Fiat ascesa e cadutaLa Fiat, quanto è stata amata, e quanto ne andavano orgogliosi gli Italiani. Almeno fino a che il suo costo  per  la comunità  è cominciato ad evidenziarsi . Almeno fino a che la Italietta serena e colma di speranze del dopo guerra non se le è viste scippare di sotto il naso con destrezza dalla sua classe dirigente  sia le speranze che le certezze,  spingendo gli Italiani finalmente a interrogarsi, a fare confronti, ad indignarsi, anche se troppo tardi ahimè.

 Si chiede Marcello Foa sul suo blog:

-Ma dov’è finita la Fiat dei miracoli, la Fiat del riscatto italiano, narrata recentemente nello strepitoso spot della Panda, firmato da Luciano Nardi? Dov'è il  Marchionne capace di ristrutturare aziende decotte, in Italia e negli Usa? Il manager che non ne sbaglia una? Sarò un po’ all’antica, ma credo che le politiche aziendali debbano essere giudicati sui risultati.-

E più sotto incalza..



fiat

-Cos’è andato storto? Marchionne  ha improvvisamente perso la bacchetta magica? La colpa è di un sistema sindacale e di una legislazione che alla fine impedisce il rinnovamento e il necessario dinamismo, boicottando dall’interno le riforme? Rispecchia una cultura aziendale ormai fuori dal tempo? Il mancato rilancio è dovuto alla mancanza di adeguati investimenti e dunque da un capitale insufficiente? O alle crisi finanziarie dei sub prime e a quella più recente dell’ eurozona? Ma se la risposta è si, perché altre aziende automobilistiche hanno retto meglio? E quanto incidono i debiti di Fiat?-

Siamo in molti a non esser preparati a rispondere a queste domande puntuali sulla ex fabbrica del cuore che ormai è più accusata che difesa, brucia a molti il passato di una  impresa  che, come esattamente nota e certifica Vladimiro Giacchè nel bel dossier, Cent’anni di improntitudine. Ascesa e caduta della FIAT, Fonte: Proteo N. 2002- 2003

  ci ha regalato  davvero  cent'anni di improntitudine, alla fine dei quali siamo alla disfatta ed alla solita  richiesta:  per la ripresa si chiede di limitare il valore del lavoro . Naturale la conclusione dell'articolo di Giacchè:

...per quale motivo, pur essendo gli operai Volkswagen pagati un 30% in più degli operai FIAT, le Golf si vendono, e le Stilo no.

Da questa constatazione credo si possa scantonare difficilmente, la domanda con la sua implicita risposta, che ci conduce a mio avviso , dopo le ovvie responsabilità della proprietà, alle responsabilità di tre colpevoli, sempre gli stessi che stanno radendo al suolo questo Paese: 1) Politici ; 2) Sindacati; 3) Burokrazie . Ad affondare la Fiat ci hanno messo decenni, con altre fabbriche eccellenti molto  meno, e ad ammazzare una piccola impresa, un cittadino che non voglia parassitare, ci mettono pochissimo. E' sotto gli occhi di tutti noi la dissennata politica della distruzione di ricchezza, del desiderio di intraprendere, che si sta operando, a me pare, a man bassa e con miope ostinata pervicacia da parte di politici e tecnici così detti, in questo infelice Paese. I colpevoli:  sempre  gli stessi magnifici tre  gruppi di interesse ed i loro improvvidi calcoli  di breve periodo.Il conto tanto lo daranno a noi.

Per  il dossier di V. Giacchè, qui trovate il  pdf





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