PERSONE: Antonio |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
venerdì 18 aprile 2008 | ||||||||
Usciamo di casa e siamo nessuno, esistiamo solo in quanto appartenenti ad una categoria : artigiano, impiegato, operaio, professionista, commerciante, maschio, femmina, trans gender; precario, pensionato e così via . La società moderna sembra presa dalla ossessione di eliminare differenze e personalizzazioni, il conformismo del vestire, del parlare, del mangiare ormai cancella l'individuo: si categorizza, si cataloga tutti. Semplifichiamo in questo modo una realtà complessa : l’uomo , e i sociologhi affermano che così facendo si allontana l’ansia., pare che il vivere inscatolati in schemi e categorie e soprattutto inscatolare la realtà, compresi gli individui, in un ordine prefissato ci rassicuri. Certo è che perdiamo man mano una essenziale capacità : la curiosità.
Un po’ come se escludessimo da una foto alcuni colori, fino a vedere un mondo in grigio.
In realtà ci ho messo un po’ a capire il personaggio e le sue apparenti ritrosie, i suoi silenzi; semplice : avevo di fronte un anziano contadino, un uomo di altri tempi, uno di quelli che la vita se la era faticata, e la fatica, il coraggio del vivere, la semplice dignità di chi non deve nulla a nessuno, erano tutti lì sul viso cotto dal sole, sulle rughe che lo solcavano profonde, ma soprattutto nello sguardo, diretto e consapevole , nel sorriso buono , illuminato da lampi di arguzia. Non so se avete presente quella dignità che emanano i contadini,quella calma e quella sorta di signorilità che nasce dall’essere a proprio agio un po' ovunque, in quanto anzitutto lo si è con sé stessi. L’ incontro mi ha riportato alla mente vecchi ricordi di persone semplici e sagge , rette ed oneste, il ricordo di quello che era la nostra gente più genuina , quella parte laboriosa e sana della nostra società, che tanto ha dato al Paese Italia e tanto poco o nulla ha ricevuto. Pochi giorni , poche parole, ma tanta pragmatica saggezza e un semplice affetto, una sollecitudine sincera verso il compagno di camera che aveva accettato come amico; in sintesi un breve e corroborante tuffo in un passato non disumano in cui comunicare senza chiacchiericcio, senza asprezza, in cui poter confrontare diverse opinioni con la serena pacatezza di chi sa di avere in sé la forza per pensare con la propria testa e secondo le proprie esperienze, in cui esser magari di opposto parere e considerare la cosa con attenzione e pacatezza, ma soprattutto con grande rispetto per l'altro.
Lampi di saggezza e di serenità di cui si era perso il ricordo
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