Farfalla monarca e biotecnologie |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
marted́ 16 settembre 2008 | ||||||||
Nugoli di farfalle Monarca come nuvole arancioni in Messico Il governo del Messico ha annunciato che combattera' con ogni mezzo, compreso l'esercito, il ritorno del disboscamento abusivo della foresta al confine fra gli Stati di Michoacan e Mexico conosciuta come ''il paradiso d'inverno delle farfalle'', e dichiarata Patrimonio dell'umanita' dall'Unesco, nonche' Riserva della Biosfera. In un momento così difficile per tutti può sembrare superfluo occuparsi delle farfalle e delle Monarca in particolare, ma non è così, questi bellissimi insetti e la loro sopravvivenza non debbono interessare solo il Messico e le sue tradizioni che si riallacciano alla credenza degli Aztechi che le ritenevano l’incarnazione dei guerrieri più valorosi morti in guerra. Questi insetti sono così particolari rispetto alle altre farfalle, da esser stati studiati con attenzione.
Si è cos’ appurato che oltre a migrare ogni autunno a milioni volando dalle
foreste del Canada verso la su detta foresta messicana percorrendo più di 5000 km verso i monti Michoacan a circa 2000 metri di quota, volano non raso terra ma a circa 100 metri da terra ( altezza che nessuna altra farfalla riesce a
raggiungere), è la farfalla più longeva fra le specie esistenti, 9 mesi rispetto alle solite 3/4 settimane.
Quest’insetto vola per migliaia di chilometri in direzione sud-ovest utilizzando il sole come una bussola compensata da un orologio circadiano interno , e che questo sia il loro sistema d’orientazione è dimostrato dal fatto che le farfalle Monarca perdono la capacità di mantenere una rotta corretta quando il loro sistema circadiano viene distrutto. Si intende per sistema circadiano la registrazione sensoriale degli stimoli ambientali come la presenza o l'assenza di luce o l'alternarsi delle stagioni. Ed ora arriviamo a qualcosa che ci coinvolge più direttamente e che vale la pena di riportare.
Tempo fa, quattro biologi del
Nord America si sono ritrovati nella
Universià di Berkeley, avevano in comune
qualcosa: una sperimentazione
sulle biotecnologie tra il 1999 e il
2001 che ognuno di loro aveva
realizzato all’insaputa degli
altri, producendo risultati che se le
loro ricerche fossero proseguite e
confermate, potrebbero mandare a monte
il castello di rassicurazioni che la potente industria biotecnologica sta
costruendo per imporci i cibi geneticamente modificati. Inutile dire che gli scienziati hanno passato quasi tutti un
mare di guai e nonostante i brillanti
risultati, la pubblicazione dei loro lavori in riviste serie e prestigiose,
sono stati man mano abbandonati dalle
Accademie che dovrebbero essere indipendenti. Intanto i marchi Novartis e
Monsanto sono incisi sulle entrate di un numero sempre crescente di laboratori universitari .
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