TORINO/Scuole ed Enti Locali: “il medico pietoso fece la piaga verminosa” |
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Scritto da Marista Urru | |||||||||
lunedì 24 novembre 2008 | |||||||||
http://www.nonsolomartelli.net/fantasy_creature.htm
Cosa peggio della cattiva politica? La burocrazia ottusa , famelica e crudele, aggrovigliata alla cattiva politica: una spaventosa Idra dalle tante teste da tagliare senza pietà
Delibera CIPE 4 Luglio 2008: articolo 7bis del decreto Gelmini : Per le infrastrutture strategiche : 700 milioni per le scuole, circa 600 euro a Mq per la edilizia scolastica Scuole pubbliche in Italia: 42 mila Scuole private 14.800 Scuole a rischio sismico : 23 mila circa
- GLI ENTI LOCALI DEBBONO ANCORA SPENDERLI
Motivi della inerzia colpevole? Molti Al volo : 1) Procedure farraginose, burocrazie folli a base di commissioni ( leggi gettoni), che durano almeno un paio di anni ( giusto per aver un extra che fa sempre comodo). 2) Regioni : qui ci sono i tavoli tecnici, ed entra in gioco la politica e la distribuzione dei pani e dei pesci, altri due anni 3) Si passa, se tutto va bene agli Appalti… e dal 2003, siamo arrivati al 2008 con le scuole che cadono.
Domandina: Chi blocca questo infelice paese? Dove vado a cercare i vermi di una piaga ormai infetta? Una spaventosa idra ci soffoca, serpi velenose la compongono e ormai sappiamo più o meno come è composta, se non la ammazziamo, lei ci ammazzerà tutti , siamo quasi arrivati al redde rationem, ora o mai più.
Insisto ed insisterò su questo caso di Torino. Secondo me va visto come un altro dei tanti campanelli di allarme che suonano inascoltati da troppo tempo: viviamo in un Paese in cui si annidano sacche di crudele inconsapevolezza ed incuria, e se ci lasciamo azzittire, confondere, raggirare anche davanti alla morte dei nostri ragazzi, allora credetemi. la nostra esistenza, il nostro passaggio su questa terra sarà davvero stato inutile e meschino.
Le scuole Italiane sono per lo più fatiscenti, ora ci è scappato il morto per quella che viene definita una fatalità, io direi piuttosto che abbiamo avuto all’origine dell’incidente una incosciente incuria che si annida forse lontano nel tempo, quando quel tubo di pesante ghisa fu lasciato ancorato per “non spendere buttandolo via(sic”), e poi qualcuno ha posto un controsoffitto moderno, sempre senza fare la “costosa” operazione di toglier un vecchio tubo di ghisa inutilizzato. Si può parlare in questo caso di fatalità? Questioni di lana caprina: un ragazzo è morto, ci sono feriti, un altro rischia la paralisi. Drammi su cui sarebbe “pulito” non speculare, drammi su cui sarebbe “pulito” non sorvolare. Il Premier parla di fatalità, capisco la sua necessità propria di chi governa, di tener calmi gli Italiani in un momento particolare, a me Berlusconi sta simpatico, so che potrebbe fare di più, so che fa molto anche se la sua strada è in salita, anche se molti fanno finta di non capire, anche se quel che riesce a fare non viene manco capito.. un consiglio? Se ne freghi e vada avanti, non c’è più tempo per fare capire, chi vuole: capirà poi; chi non vuole non capirà mai, perché molti nello sfascio guadagnano bene, è sempre stato così, e non sarà lei Cavaliere a cambiare il mondo Ma io son vecchietta e sono invecchiata in una Italia che passava di crisi in crisi, con problemi sottaciuti, nascosti, angoli smussati “pro bono pacis” e per “non disturbare il manovratore”, a volte fu scelta assennata, a volte fu scelta obbligata, ma molte altre volte fu scelta che, presa credo per abitudine di governo , ha permesso ai peggiori elementi del Paese di prosperare indisturbati, e a tale proposito viene a cecio un proverbio antico : “Il medico pietoso fece la piaga verminosa” A me sembra che l’Italia altro non sia ormai che una piaga “verminosissima”: i vermi stanno mangiandone carne e polpa, i nodi vengono lasciati irrisolti, i guai si sono accumulati,la matassa di interessi, collusioni malavitose ed affaristiche, i grovigli politico -sindacal- bancari –burocratico affaristici, sembrano inestricabili. Pure si dovrà cominciare da un capo e via via trovare i nodi e scioglierli senza esitare e ove non fosse possibile sciogliere, si tagli senza pietà il filo, per riannodarlo e riprendere il lavoro, perché alla fine il lavoro venga pulito , ordinato ed utile più che si può: parola di amante del lavoro a maglia.
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