La violenza si contagia Portando Clausewitz all'estremo |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
marted́ 02 dicembre 2008 | ||||||||
La violenza, il male si “contagiano”? Si e ce ne parla Renè Girard in un bellissimo libro che consiglio di leggere:Portando Clausewitz all'estremo
Viviamo in tempi di grandi violenze, guerre e terrorismi, ma anche di violenza spicciola, la vita delle nostre città e non solo è funestata da microcriminalità, bullismo, bande ed anche da tanta arroganza e sopraffazione, sembra che si tenda ad instaurare la legge del più forte. Credo sia necessario interrogarsi per non lasciarsi ancora una volta cogliere alla sprovvista : cadono i vecchi valori, cadono molti divieti e se non si possiede una forte base culturale, la frittata è fatta. In Italia abbiamo una forte base culturale? Non sembra. Ma a quanto pare, sia pure in misura diversa, il problema si allarga alla Europa: puro aggregato virtuale di banchieri ed affaristi. Davvero stiamo correndo il rischio che sotto i nostri occhi sonnacchiosi e distratti la società si imbarbarisca sempre più, che l’indifferenza, già a buon punto, aumenti. Gli animi sempre più duri, la solidarietà sempre più di maniera, sempre più ridotta a semplice enunciato a scopo politico, ma senza effettiva consapevolezza del valore della persona, dell’uomo, ridotto a puro numero utile per lotte di potere , una conflittualità sempre più diffusa ad arte ed a ogni livello per meglio imporre scelte strategiche volte a favorire certi interessi di potere e di danaro. Questa stessa barbarie incipiente sembra avvolgere anche i rapporti degli Stati, e le guerre ed il terrorismo stanno lì a dimostrare che tanto lontana dal vero non sono. E arriviamo al bellissimo libro di cui al titolo: antropologo, filosofo , Renè Girard mette in risalto come la storia dell’uomo altro non sia che una storia di lotte e di guerre, l’uomo è un animale sostanzialmente violento, e riandando indietro nel tempo si sofferma ad un episodio illuminante, Clausewitz arrivò nel periodo delle guerre napoleoniche , a teorizzare la necessità di perfezionare l’arte della guerra introducendo il concetto della “resistenza ad oltranza” contro l’invasore, nel senso che la resistenza legittima contro l’invasore legittima in un certo senso l’abbandono delle normali regole di guerra, dei codici di comportamento codificati e comunemente accettati.
Noterà poi Carl Shmitt nella Teoria del partigiano – Adelphi, che siamo di fronte alla Magna Charta del partigiano, cioè del terrorista. Comunque la si pensi, viene da sè l’accostamento ai moderni fondamentalismi ed ai terrorismi che abbandonano ogni codice ,anche morale, nel nome della resistenza, indifferenti alle vittime innocenti, viste come un male necessario e poco o niente esecrabile. Le democrazie moderne di fronte a questi orrori sono deboli, e, nota lo scrittore, sono incapaci di porre seri rimedi alla violenza che avanza, hanno paura di perdere consenso intervenendo sulle varie disfunzioni che colpiscono le società moderne, temono di dispiacere agli elettori, quindi nessun freno agli egoismi, alle malvagità, alle ingiustizie. Purtroppo però la violenza, il malcostume, sono mimetici, progrediscono per contagio, e questo è facile da verificare, partendo dalle piccole realtà fino ad arrivare alle più grandi. Le società man mano imbarbariscono e per mimesi il male ha sopravvento sul bene. Si è distrutto il vecchio in nome del nuovo che non è arrivato, il nulla dei sentimenti, della ragione , ha impoverito la cultura, il Girard annota al proposito come la moderna letteratura si generalmente puramente descrittiva, malata di quello che lui definisce “iperrealismo pornografico”, che uccide ogni magia artistica, ogni poesia. E a mio avviso questo può a maggior ragione essere imputato a molti barbosissimi film “impegnati” che infatti vengono visti dai soliti 4 gatti dopo essere stati sovvenzionati dalla comunità tutta.. E stesso problema a me sembra di ravvisare in certa così detta arte pittorica che spesso si limita a rappresentare morbosità e pornografia indugiando magari ad immagini choccanti, pretendendo di contrabbandare certi pastrocchi per espressione di suprema intelligenza. Girard sembra dare responsabilità di queste disfunzioni, chiamiamole così, anche all’aver voluto dare troppa importanza alla moderna psicanalisi.
Si deve quindi prender coscienza delle conseguenze della
violenza sfuggita ad ogni controllo, secondo Girard, appunto con Clausewitz, con
la sua terribile intuizione, è cominciata Fermarla? Abbiamo visto, vediamo , che la politica non può riuscire, ed allora abbiamo una unica arma: la cultura. Mi dicono in molti che è una arma lenta, io non credo.Si dice che ci sia un tempo per tutto, bene il tempo in cui la violenza della guerra e la sua stupidità, la possibilità di cacciarla laddove è bene sia, nel ricordo di un tempo che fu, stia per arrivare, deve arrivare, pena la fine di questo nostro mondo. Io credo che siamo affamati, specie le nuove generazioni, di spiritualità, di cultura vera e non”furba”, di sentimento, di Amore. Necessita una inversione generalizzata di tendenza. I valori sono sempre quelli, non cambiano, il Bene, come il Male sono li: bianco e nero. Scegliamo il bene stanchi e disgustati del presente? Ed allora che crediamo o no non conta niente, i valori spirituali li ritroviamo nel Vangelo, nell’ insegnamento di Cristo, come universalmente riconosciuto, sono i valori sempre validi cui potersi ispirare che si creda o no, che si frequeni il culto o no. Cristo diede a coloro che erano stremati dall’eccessivo materialismo, dal degrado dei costumi e dei sentimenti , in un mondo preda di odi e vendette, la forza dell’Amore. Che siano fedeli o no , gli uomini retti credono agli stessi principi, provano gli stessi sentimenti , desiderano le stesse mete, ed uniti da un comune sentire, al di là delle religioni, dei credi, delle appartenenze, possono spingere ad una inversione che ci potrà fare uscire dalla fossa di odio, violenza, miseria morale, in cui siamo. Nella società, nascoste, timide avvisaglie , ci sono eccome, il bene non fa notizia, ma cè ed allora, lasciamo chi non vuole cambiare chi è per il tanto peggio, tanto meglio, nel suo brodo, e proseguiamo nella via del rinnovamento e dell’Amore , dando un significato a questa vita, nel lavoro, nelle letture, nello svago, negli affetti, nel rispetto per gli altri. Sono certa che, come il male si diffonde per mimesi, anche il bene lo fa eccome, ognuno di noi, metta il suo mattoncino ed isoleremo ogni arrogante, ogni violento, ogni disonesto, ogni animo gretto , ogni furbo. Credo che dobbiamo ritrovare l'orgoglio della appartenenza ad una comunità trasversale di persone semplicemente perbene, che lavorano volentieri per il futuro del proprio paese, per il futuro dei propri figli, per il bene e non per lo sfascio. Sembra banale? provate a farlo "davvero" e poi ne parliamo
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