Misteri di Italia: il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica

Scritto da Marista Urru   
giovedì 01 gennaio 2009


Buona fine e Buon principio signora, ed il pupo come sta? Mah,  che le debbo dire signora mia, sulla buona fine ci siamo, l’orribile anno passato è finito e questo è un bene  e su questo non ci piove, il pupo signora, che guaio, non dorme mai….

Discorsi oziosi di massaie che lasciano il tempo che trovano, le due brave donne lo sanno, ma qualcosa bisogna pur dirsi, che diamine!

 

Questo più o meno immagino sia ormai lo spirito che anima i vari  Presidenti della Repubblica ogni anno quando corre l’obbligo di parlare agli Italiani, mi sembra di vederlo  lo smarrimento del Presidente in carica e del suo opulento e costoso staff sul finire dell’anno, che dire  che non sia già stato detto? Come unire il rissoso popolo, come dargli la carica per sopportare l’infinita disgrazia di governanti senza qualità ? E soprattutto come dare l’impressione che si stia dicendo qualcosa e non solo infilando una banalità dietro l’altra? Ogni Presidente  logicamente fa quel che può, il risultato è un demoralizzante  “saggio di fine anno”, un  insieme di buoni propositi condivisibilissimi quanto chimerici.

 

Comunque che  questo infelice anno bisestile sia finito è in sé una buona cosa,  come diceva la massaia, quanto al buon principio e al decente proseguimento del prossimo  penso che sarà solo una  faccenda personalissima di ogni italiano che in mancanza di posto fisso sinecura  dovrà esplicare tutta  la storica capacità di ingegno e la storica mostruosa capacità di sopportare l’enorme mole di lavoro necessaria per  riuscire tra mille vessazioni e scippi , sia di origine “legale” che illegale ad  assicurare la sopravvivenza propria e della famiglia, un difficile percorso ad ostacoli, sempre nuovi e sempre più perfidi.

 

 


Certo l’italiano medio deve fare affidamento  anche  alla fortuna, la sua posizione è sempre incerta, dipende da umori e forze su cui egli non ha potere,  nel Bel Paese solo il ceto ricco può stare tranquillo, per gli altri niente è certo, tutto ti può esser tolto in un attimo, un accordino sottobanco di due potenti, un funzionaruccolo dispettoso, o ignorante e caparbio.. e sei fritto.

Ed è sempre da soli che gli italiani comuni  eroicamente combattono la lotta per la pagnotta  osteggiati da   uno Stato avido, imbelle e miope che non solo non li aiuta, ma gli fa terra bruciata intorno e dopo averli ben bene spogliati  li lascia pure alla mercè di incapaci ed arraffoni di ogni ordine e grado. Questo è, in barba ai bei discorsetti ed alle  finzioni sceniche dei politici,   oggi più di ieri e domani probabilmente più di oggi.

 Quindi anche se il 2008 è morto, niente è cambiato, però una cosa resta immutabile pilastro di ogni nuovo anno: il discorso del Presidente della Repubblica,  equilibrato, limato, esortante, soporifero pannicello tiepido di fine anno, condito dal coro unanime e bipartisan di applausi.

Il Presidente Napolitano è  ottima persona, lontano da me il volergli mancare di rispetto, so che ha di sicuro fatto del suo meglio, di più immagino non si potesse fare, ma è la materia su cui un povero Presidente ed il suo staff si debbono esercitare che è sempre la stessa: saremo più buoni, dobbiamo essere solidali, bisogna superare la crisi,  bisogna diminuire le disparità, pensiamo al sud..bla..bla… discorsi densi di significati quanto le recite di Natale dei bimbi del tempo che fu.

Sappiamo benissimo che chi ha il potere nei vari gangli dello  Stato sta benissimo come sta e quindi non ha nessun bisogno né motivo per cambiare, gli va da Re alla faccia nostra, arraffano ed è tutto loro, quel poco che resta,  su via, lo si sa : se danno un cent a me , è perché lo tolgono ad un altro poveraccio e quel cent che tolgono a me, non è detto che arrivi ad un povero, è facile che  “per strada” vada per altra e più ricca  tasca… ed allora perché  rinnovano  il logoro discorsetto ogni anno?

Che debbo dire, io credo che questo sia uno dei tanti “ misteri irrisolti” d’Italia



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