Vivere la solitudine

Scritto da Marista Urru   
sabato 17 gennaio 2009


























Vivere la solitudine con gioia si può, anzi si deve.

Se sapremo stare ben con noi stessi,  se ci vorremo bene,  superando  le paure, i sensi di colpa, i timori, le remore  inculcatici negli anni della infanzia, arriveremo ad accettarci, ad amarci e ad amare il nostro prossimo perchè saremo arrivati  a  possedere la qualità  che unica ci farà sentire vicino agli altri tanto da poter vivere in armonia con loro: la comprensione, quella che San Paolo chiama Charitas. Se sarai paziente con te stesso, se imparerai a comprendere le tue manchevolezze per poi superarle, solo allora potrai fare questo  con gli altri e nella comprensione  e nell’amore per te stesso troverai la forza di avere comprensione ed amore per gli altri. Ed allora altra via non vedo che imparare a stare soli con se stessi per conoscersi ed amarsi nella accettazione dei propri limiti.

Ognuno dovrebbe riuscire a ritagliarsi spazi e momenti per vivere la propria solitudine.

Un esempio di solitudine liberatoria io lo individuo in questo brano notissimo  di kafka che leggo e rileggo sempre volentieri:  la gita in montagna (1904 -1905)

Ah!.....non lo so. Se nessuno viene, non viene appunto nessuno. Io non ho fatto male a nessuno e nessuno l’ha fatto a me, però non c’è chi mi voglia aiutare. Proprio nessuno. Ma non è così. Solo che nessuno mi aiuta, altrimenti proprio Nessuno sarebbe bello. E farei di buon grado - perchè no - una gita con una compagnia di tanti Nessuno. Naturalmente in montagna, non altrove, vero? Come questi Nessuno si accalcano l’uno sull’altro, con tutte quelle braccia intrecciate e allungate di traverso, e quei piedi, divisi appena da piccoli passi!..... Andiamo così alla buona, il vento passa dagli spiragli che lasciamo colle nostre masse muscolari. .....E' un miracolo se non si canta

Sempre Fafka sulla solitudine, scrive questo aforisma:

Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.
Esiste anche la solitudine  cercata per sfuggire quasi al peso ed alla sofferenza del vivere






















Giuseppe Ungaretti


Natale

Natale
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
 
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
 
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
 
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
 
Sto
con le quattro
capriole di fumo
del focolare

Un grande poeta cinese descrive la solitudine   ricercata invano  per scacciare la tristezza:

Prendi la spada per tagliare  l’acqua

L’acqua continua a scorrere

Alza il calice per calmare la tristezza

La tristezza aumenta sempre più

( Li Bai – poesia Tang)





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