Un terribile virus in Italia : la violenza

Scritto da Marista Urru   
giovedì 26 febbraio 2009

 

 

La violenza è contagiosa, così come la prevaricazione,  così come la ricerca di emozioni  “fuori delle righe”, il linguaggio scurrile  ecc. sappiamo bene che il figlio di un padre violento ripeterà gli stessi errori del padre , quasi sempre. Sappiamo che se in una classe si pongono elementi violenti e  prevaricatori, questi riusciranno facilmente a “rovinare” gran parte della classe, a questo propositonegli anni Novanta negli Stati Uniti, un team di sociologi ha studiato per cinque anni 1500 adolescenti e ha scoperto  appunto che  le mele marce contagiavano quelle sane,  proprio come se fossimo innanzi ad una malattia contagiosa

 

Secondo uno studio condotto da Felton Earls, della Harvard Medical School - e riportato da Science - assistere o rimanere coinvolto passivamente in episodi  di violenza  per un adolescente raddoppia le possibilità che diventi, a sua volta, una persona violenta. Noi genitori sappiamo bene come l’esempio sia il miglior insegnamento.

 


Anche il fatto di sentirsi insicuri ed esposti, dopo aver assistito a episodi violenti, aumenta il rischio di reazioni violente  e nello stesso tempo chi usa violenza  è dimostrato che tenderà ad usarne sempre di più. Difficile sradicarla  questa malattia   una volta che si è inserita in un contesto. Gandhi, Thoreau  fra gli  altri hanno saputo contrastarla, per primi  i  Cristiani nel mondo romano e altrove   fecero cambiare la società con  l’insegnamento e l'esempio dell’amore, col messaggio di  Cristo che provocò un autentico sconquasso nella cultura dell'epoca.

 Noi ora possiamo   contrastarla  questa malattia   acquistando la consapevolezza di essere di fronte ad un  male che va estirpato e curato. 

In un precedente articolo in questo sito, a proposito del libro di Girard su Clausewitz, consideravo la impotenza della politica  riguardo al diffondersi della violenza per mimesi, e non cambio idea, anzi i fatti di cronaca che stanno infestando l’Italia in questi giorni, rafforzano la mia convinzione:  i precedenti governanti, non hanno saputo ed in parte voluto prendere  rimedi, ma anche gli attuali  hanno difficoltà, è la dimostrazione che  la politica  da sola non basta.

 Si deve quindi prendere,  come bene espone  il Girard nel suo libro tutto da leggere( Portando Clausewitz all'estremo),   coscienza delle conseguenze della violenza sfuggita ad ogni controllo,  appunto come Clausewitz,  già ai tempi di Napoleone, intuì : ” Clausewitz arrivò  nel periodo delle guerre napoleoniche , a teorizzare la necessità di perfezionare l’arte della guerra introducendo il concetto della “resistenza ad oltranza” contro l’invasore, nel senso che la resistenza legittima contro l’invasore legittima in un certo senso l’abbandono delle normali regole di guerra, dei codici di comportamento codificati e comunemente accettati.

Noterà poi  Carl Shmitt nella Teoria del partigiano – Adelphi,  che siamo di fronte alla Magna Charta del partigiano, cioè del terrorista.

Comunque la si pensi,  viene da sè l’accostamento ai moderni fondamentalismi ed ai terrorismi che abbandonano ogni codice ,anche  morale,  nel nome della resistenza, indifferenti alle vittime innocenti, viste come un male necessario e poco o niente esecrabile.

Le democrazie moderne di fronte a questi orrori sono deboli, e, nota lo scrittore, sono incapaci di porre seri rimedi alla violenza che avanza, hanno paura di perdere consenso intervenendo sulle varie disfunzioni che colpiscono le società moderne, temono di dispiacere agli elettori, quindi nessun freno agli egoismi, alle malvagità, alle ingiustizie. Purtroppo però la violenza, il malcostume, sono mimetici, progrediscono per contagio, e questo è facile da verificare, partendo dalle piccole realtà fino ad arrivare alle più grandi.

Le società man mano  imbarbariscono e per mimesi il male ha sopravvento sul bene. Si è distrutto il vecchio in nome del nuovo che non è arrivato, il nulla dei sentimenti, della ragione , ha  impoverito  la cultura, il Girard annota al proposito come la moderna letteratura sia generalmente puramente descrittiva, malata di quello che lui definisce “iperrealismo pornografico”, che uccide ogni magia artistica, ogni poesia.”

E di iper realismo pornografico  la nostra pseudocultura si sta innebriando da molto  tempo, e mai appare sazia di pornografia spacciata per cultura, in un continuo e sterile  gioco di provocazioni  che ormai ai nostri tempi  appaiono solo grossolanità "d'autore".

 Il virus è stato introdotto  nel Paese e  si estende: è un male terribile,  e non sarà niente affatto facile sanarlo. Sappiamo tutti che nella nostra società c’erano già , come ovunque,  violenze, omicidi, pedofili, stupri, non raccontiamoci bugie, paesi  perfetti ideali, senza peccato… non sono di questo mondo.

Ma ormai è evidente anche per i  più pervicaci utopisti, che è stata fatta entrare, e forse  non c’era rimedio,( questo lo si vedrà) , una gran quantità di gente   cui non siamo in grado di dare  degna sussistenza, creando  così dei disadattati, a questo ci abbiamo aggiunto un nutrito gruppo di delinquenti abituali rumeni latitanti nel loro paese, non bastasse, sono stati fatti arrivare e restare un folto numero di extracomunitari le cui abitudini di vita, i cui valori, contrastano con i nostri costumi. Una polveriera, si è creata una polveriera per la gioia dei fessi del “tanto peggio, tanto meglio”. Normale che i più deboli, dai giovani, agli adulti  già disadattati siano stati i primi “contagiati”, lo si sapeva, lo si DOVEVA sapere, e non solo non si è fatto nulla, am si è cercato di aprire le porte  a tutti, e solo dopo la batosta elettorale   gente come Livia turco, quella che più accesa, rossa in viso e urlante, in TV perorava la causa delle porte aperte  a tutti, ora dice : “ scusate, mi sono sbagliata”, troppo tardi signora Turco, Lei ha delle responsabilità così come quei magistrati che diventano “prudenti” di fronte a certi soggetti che ben altro atteggiamento meriterebbero, visto il passato che  si portano appresso e chiedere scusa  dopo che il danno è fatto, serve a zero.

Dobbiamo attrezzarci, con questi  “guardiani” ideologizzati non si va vanti.

Di che parlo?

Non di armi, non di ronde, non di balletti e girotondi insieme ai rom, non di sdilinquirsi di fronte al multiculturalismo d’accatto che  impera  stupidamente acritico  in certi ambienti.

Parlo di rafforzare la nostra cultura, dico che  da questo accidente che ci   “capita”,  noi dobbiamo  trarre profitto, esso deve costituire  una spinta a rafforzare la nostra identità, la nostra cultura, ovviamente nel rispetto delle altre culture  qualora non confliggano con i nostri costumi, usanze, leggi.

 

Basta con lo stupido e tafazziano atteggiamento  del disprezzo per quello che siamo, per quello che  ci piace, per quello che è tradizione e costume nostro, è da dissennati   non voler conservare le nostre tradizioni e addirittura deriderle, invece dobbiamo imparare a  capire, apprezzare, amare quello che siamo e che possiamo essere grazie a quello che siamo stati .

Noi  non siamo perfetti, noi abbiamo le nostre mele marce, ma sappiamo che quelle sono mele marce, sappiamo  per esempio che i figli e la moglie non sono proprietà del marito, sappiamo che  mandare all’ospedale un figlio, non può essere perdonato perché “fatto a fin di bene”, questo non siamo noi e non  dobbiamo accettare che avvenga nel nostro paese, mai. Sappiamo che comperare  spose- bambine per avviarle alla mendicità è obbrobrio, e non è  delitto da considerare con prudenza e benevolenza, niente  di men che corretto secondo i nostri costumi e leggi e tradizioni, deve essere accettato, tanto meno il portato di violenza insito in  certi immigrati.

Noi non siamo e non possiamo essere il paese di chi lascia liberi ladri e stupratori perché “si deve esser prudenti”, noi non siamo estimatori di Caino e persecutori di Abele, no, e se qualcuno ci vuole così ridurre, noi dobbiamo ribellarci, un dovere ribellarsi a chi vuole riportare indietro l’orologio della civiltà di un Paese. Per poter fare questo dobbiamo  prendere coscienza di quello che vogliamo essere e della necessità di rafforzare la nostra cultura

L’arte la cultura, uniscono e solo grazie ad esse le differenze diventano un patrimonio comune che permette di interagire nel reciproco rispetto.

Quello che è da evitare, da non accettare è l’appiattimento verso il basso. Il bene ed il male non sono  allungabili ed accorciabili a piacimento, non sono entità modificabili , sono lì’, son quello e non altro, ed a quello le persone per bene si attengono naturalmente, da qualunque paese provengano, basta capire questa piccolissima verità credo e fare che davvero l’unico discrimine sia il comune sentimento di fare parte di un  Paese che si ama e  che si rispetta, ma se noi  per primi non ci amiamo e non ci rispettiamo, se  abiuriamo alla nostra storia, alla nostra cultura,  non saremo amati, né rispettati ed i peggiori soggetti si sentiranno in dovere di schiacciare i più deboli di noi, cominciando dalle donne  e dai bambini, (come sta avvenendo), contagiando per di più le nostre sacche residue di degrado, ben felici di essere in “lieta compagnia”.

Nel sito  vedere anche:

https://www.maristaurru.com/index.php/Articoli/La-violenza-si-contagia-Portando-Clausewitz-allestremo.html

 

 

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