GLI ANIMALI DEL GIARDINO Le cicale in un sonnolento mattino d'estate |
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Scritto da Marista Urru | ||||||||
marted́ 30 giugno 2009 | ||||||||
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Estate
Cicale, sorelle, nel sole con voi mi nascondo nel folto dei pioppi e aspetto le stelle... Quasimodo Svegliarsi al mattino presto immersi nel canto delle cicale mi ha dato la sensazione che non tutto fosse a posto, un piccolo particolare di disturbo alle sette del mattino mentre mi chiedevo se per caso non fossi stata disattenta in passato tanto da ricordare che il simpatico animaletto canta quando il sole si alza dietro il colle del belvedere, mai prima. Ora mentre scrivo la mattina è tarda ed il caldo intenso, pure la cicala tace, ha preferito concentrare le sue fatiche nelle ore meno calde, che anche le cicale si facciano furbe?
Scherzi a parte, mi piace il canto di questi insetti , anche
se a volte può risultare monotono e quindi fastidioso, ma è uno di quei suoni
ricorrenti e comuni tanto da diventare un suono evocativo, un suono della vita uno di quelli evocatori di ricordi che arrivano a rinverdire
o suscitare sensazioni universali, il ricordo, la nostalgia, le passioni
addirittura.
Normale che al risveglio mi sia sentita, passato il primo momento di frastornata meraviglia, riportata indietro via via alla fanciullezza, alle gare con cuginetti ed amici quando giocavamo in attesa della merenda in giardino sotto la pergola di vite, a chi individuava per primo tra i rami una cicala.. io restavo sempre indietro, c'erano i più grandi che primeggiavano, ma il gioco era ugualmente bello. E poi il ricordo è immancabilmente e subdolamente scivolato agli anni più maturi e meno sereni, non te ne liberi di certe ferite; la cicala cantava ed il ricordo si snodava , correva come una pellicola al mare al sole , alla campagna di Ponza assolata e profumata degli anni della giovinezza, e da lì il salto in Sardegna è stato breve agli anni della adolescenza, al Sinis tanto amato, allo stagno, ai fenicotteri, alle brevi distese di riso, al sorriso dolce e buono di un pescatore che con mani nodose, all'ombra di una capanna di paglia cuoceva il muggine con antica maestria e raccontava storie e ricordi del suo passato e della mia famiglia .. profumi, colori, sensazioni, nascosti in un angolo della mente che un suono ha riportato e resi attuali , quasi tangibili .
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