Marista e le piccole cose: solo una piuma sulla neve

Scritto da Marista Urru   
sabato 01 gennaio 2011

Faceva molto freddo questa mattina, il cielo era limpido, la luce poca visto che era ancora molto presto.

Il nostro soggiorno era gelido nonostante la  brace  nel camino.  Resami  conto che  la provvista della legna in casa era finita, ci ho pensato un po' su, poi mi sono fatta coraggio, ho infilato il pellicciotto sintetico, un po' rigido ed assurdo, quello  rigorosamente riservato al perimetro del giardino, perchè   mi trasforma in un orso, ma è caldo e fornito di cappuccio che  ha l'unico difetto di calarmi sugli occhi,  per cui debbo camminare a testa bassa, guardando i piedi e nulla intorno, per forza di cose . In fondo, data la natura del nostro terreno un po' accidentato, ricco di rocce e radici emergenti, non è poi del tutto un male. Facevo tra me e me queste considerazioni, un po' divertita della mia goffagine e  scendevo prudente il sentierino

che da sotto l'olivo porta alle scalette verso la legnaia, ci si scivola facile, tanto per cambiare, ed avanzavo assai circospetta,  quando per terra  ai miei piedi  vidi una piccola piuma  bianca e marroncina, confesso, un  breve  tuffo al cuore lo ho provato, ho riconosciuto le piume della civetta L'inverno è freddo e da noi quest'anno si vedono  falchi e poiane  in quantità, per un attimo ho temuto il peggio, e , senza sperarci troppo ho accennato il fischio  solito, spezzato e strampalato che sembra tanto piacerle. Quasi subito dall'alto dell'olivo  è arrivato un lieve stormire di foglie e lei sé letteralmente lanciata sul vecchio prugno, visibile ed apparentemente seccata del disturbo e forse dalla mia risata di sollievo. Una piccolissima cosa che mi ha rallegrata e indotta  subito a curare  meglio il cibo per questo genere di uccelli,  con aggiunta di pezzetti di carne e qualche scaglietta di lardo. Confesso che più tardi, ripensandoci mentre mi godevo il calduccio nella poltrona preferita avanti al camino, in attesa che la casa si svegliasse al profumo del caffè, mi sono chiesta se alla fine la perla di grande valore ,  nascosta profondamente, il tesoro che ciascuno di noi si affanna a cercare, non sia  per me  davvero solo racchiuso in queste piccole cose, nella armonia con la natura, nella piuma di un uccello che senti amico e forse lo è, nella corsa goffa del papero  che ti si stringe ai piedi, o nel canto grato del pettirosso che al mattino picchia sui vetri  della mia camera suscitando le gelosie del gatto più giovane

 

Canta il cercatore di perle, canta la sua saggezza, fermiamoci ad ascoltarlo:

 
La perla di grande valore è nascosta profondamente.
Come un pescatore di perle, o anima mia, tuffati.
Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù, e cerca!
Forse non troverai nulla la prima volta.
Come un pescatore di perle, o anima mia,
senza stancarti, persisti e persisti ancora,
tuffati nel profondo, sempre più giù, e cerca!
Quelli che non sanno il segreto si burleranno di te,
e tu sarai rattristato, ma non perdere il coraggio,
pescatore di perle, o anima mia!
La perla di gran valore è proprio nascosta,
nascosta proprio in fondo.
È la tua fede che ti aiuterà a trovare il tesoro
ed è essa che permetterà che quello che era nascosto
sia infine rivelato.
Tuffati nel profondo, tuffati ancora più giù,
come un pescatore di perle, o anima mia
E cerca, cerca senza stancarti.

(Swami Paramananda)



 

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